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"IT: Welcome to Derry", una serie marcia che ci porta indietro nel tempo. La regia di Andy Muschietti, autore anche dei due film "IT" del 2017 e 2019, si concentra sulla storia dei Perdenti da ragazzini in un anno specifico: il 1962. Una scelta abbastanza precisa, poiché è proprio in questo periodo che la vicenda del libro si svolge.
Il cast, composto da attori giovani come Jovan Adepo e Taylour Paige, ci porta all'interno della base militare dove si svolgono operazioni segrete. Qui incontriamo il collega Dick Hallorann (Chris Chalk), un personaggio che rivela molto su sé stesso solo nel libro originale.
Il ritorno di Pennywise/IT è effettuato tramite Bill Skarsgård, che ci fa tornare a quel clowns terribile. Ma in questa serie ci viene presentata una versione diversa del personaggio, che sembra avere un potere non indifferente sul mondo dei bambini di Derry.
La storia si sviluppa con una velocità frenetica, come se Pennywise stesse cercando di assorbire la città intera. Ecco perché l'anno è scelto con cura: il 1962 è un momento di cambiamento e di difficoltà per gli Stati Uniti.
La serie, prodotta da HBO, sembra una vera e propria risposta alle domande lasciate senza risposte dai due film. Ma non è così. Muschietti ha fatto una scelta molto intelligente: ampliare l'universo di IT con una storia che fa sentire a casa anche chi non conosce il libro originale.
La qualità della recitazione del cast e la produzione sono quelle che si potrebbero aspettarsi da una serie targata HBO. Ecco perché, sebbene abbia visto solo cinque puntate di otto, devo dire che IT: Welcome to Derry è stata un'esperienza molto positiva.
Il voto? L'8 delle 10. Una vera e propria marcia nel buio.
Il cast, composto da attori giovani come Jovan Adepo e Taylour Paige, ci porta all'interno della base militare dove si svolgono operazioni segrete. Qui incontriamo il collega Dick Hallorann (Chris Chalk), un personaggio che rivela molto su sé stesso solo nel libro originale.
Il ritorno di Pennywise/IT è effettuato tramite Bill Skarsgård, che ci fa tornare a quel clowns terribile. Ma in questa serie ci viene presentata una versione diversa del personaggio, che sembra avere un potere non indifferente sul mondo dei bambini di Derry.
La storia si sviluppa con una velocità frenetica, come se Pennywise stesse cercando di assorbire la città intera. Ecco perché l'anno è scelto con cura: il 1962 è un momento di cambiamento e di difficoltà per gli Stati Uniti.
La serie, prodotta da HBO, sembra una vera e propria risposta alle domande lasciate senza risposte dai due film. Ma non è così. Muschietti ha fatto una scelta molto intelligente: ampliare l'universo di IT con una storia che fa sentire a casa anche chi non conosce il libro originale.
La qualità della recitazione del cast e la produzione sono quelle che si potrebbero aspettarsi da una serie targata HBO. Ecco perché, sebbene abbia visto solo cinque puntate di otto, devo dire che IT: Welcome to Derry è stata un'esperienza molto positiva.
Il voto? L'8 delle 10. Una vera e propria marcia nel buio.