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Il governo, alla ricerca di un modo per abbassare le bollette, ha proposto un piano per il ritorno all'energia prodotta dall'atomo. Il disegno di legge delega "in materia di energia nucleare sostenibile" è stato trasmesso alla Camera e prevede la creazione di un Programma nazionale per il nucleare sostenibile, la formazione di nuove competenze e delle campagne di informazione e sensibilizzazione.
Il capogruppo di Forza Italia in commissione Attività produttive alla Camera, Luca Squeri, sostiene che il testo dell'esecutivo potrebbe cambiare. "Ripartiamo non dico da zero ma con una declinazione mirata su questo disegno di legge", afferma.
Il nucleare può giocare un ruolo nel contribuire ad avere "un mix equilibrato per avere bollette più basse". Tuttavia, c'è un tema lasciato finora inevaso dal governo Meloni: non esiste una stima dettagliata sui costi del riavvio della produzione di energia elettrica da fonte nucleare. "Si tratta di un aspetto che non è stato ancora chiarito", afferma Squeri.
Il deputato azzurro condivide l'impianto generale disegnato dall'esecutivo, ma sostiene che il nucleare debba avere degli incentivi, certamente in misura molto inferiore rispetto all'entità di queste risorse. "Viene da chiedersi se qualche deputato o senatore potrebbe attivarsi sul tema in vista dell'arrivo della manovra 2026 in Parlamento", chiarisce.
Il segretario di Azione Carlo Calenda ha invitato il governo ad agire sulle concessioni idroelettriche, che producono energia a un costo che si aggira intorno ai 25-30 euro a megawattora e vendono a 140 euro/MWh. "Rendite parassitarie dietro le bollette", sostiene Calenda.
Il piano del governo è ambizioso, ma il costo del riavvio della produzione di energia nucleare non è stato ancora chiarito. Il governo dovrà fornire degli incentivi per renderlo più attraente rispetto alle fonti rinnovabili come l'energia eolica e fotovoltaica.
Il capogruppo di Forza Italia in commissione Attività produttive alla Camera, Luca Squeri, sostiene che il testo dell'esecutivo potrebbe cambiare. "Ripartiamo non dico da zero ma con una declinazione mirata su questo disegno di legge", afferma.
Il nucleare può giocare un ruolo nel contribuire ad avere "un mix equilibrato per avere bollette più basse". Tuttavia, c'è un tema lasciato finora inevaso dal governo Meloni: non esiste una stima dettagliata sui costi del riavvio della produzione di energia elettrica da fonte nucleare. "Si tratta di un aspetto che non è stato ancora chiarito", afferma Squeri.
Il deputato azzurro condivide l'impianto generale disegnato dall'esecutivo, ma sostiene che il nucleare debba avere degli incentivi, certamente in misura molto inferiore rispetto all'entità di queste risorse. "Viene da chiedersi se qualche deputato o senatore potrebbe attivarsi sul tema in vista dell'arrivo della manovra 2026 in Parlamento", chiarisce.
Il segretario di Azione Carlo Calenda ha invitato il governo ad agire sulle concessioni idroelettriche, che producono energia a un costo che si aggira intorno ai 25-30 euro a megawattora e vendono a 140 euro/MWh. "Rendite parassitarie dietro le bollette", sostiene Calenda.
Il piano del governo è ambizioso, ma il costo del riavvio della produzione di energia nucleare non è stato ancora chiarito. Il governo dovrà fornire degli incentivi per renderlo più attraente rispetto alle fonti rinnovabili come l'energia eolica e fotovoltaica.