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Luigi Barberani, l'uomo che lascia indietro una scia di successi nel mondo del vino, era più che un semplice vignaiolo, ma una persona complessa, con una storia da leggenda. La sua passione per il territorio e la sua storia, l'amore per il vino e la sua ecologia sostenibile, hanno segnato le pagine della sua vita lavorativa. Il suo nome è entrato nella storia del vino italiano come uno dei più significativi esponenti della borghesia imprenditoriale di Orvieto.
Luigi era un uomo simpatico, con una battuta brillante e giocosa, che si spacciava per burbero solo per nascondere la sua ironia profonda. Il suo legame con la città era forte, solidale e civile, non solo in termini politici, ma anche come amico di molti Orivesi. Come poteva essere stato uno dei più significativi sostenitori dell'operazione Concina, che ha portato il "miracolo" della caduta del muro rosso di Orvieto nel 2009?
Ma Luigi Barberani era più di un semplice politico o sindaco. Era anche un artista, un pianista jazz che conosceva i ritmi e la melodia dell'orchestra, ma soprattutto un uomo della terra, un vignaiolo che si prendeva cura del suo territorio e delle sue tradizioni. Il suo vino era il frutto di questa passione, un vino che si chiama "Amore" e che è stato ottenuto da un vitigno di Sangiovese rosato.
Luigi Barberani lascia indietro una scia di premi internazionali, tra cui molti vinificatori di riferimento. Ma il suo più grande successo era stato la sua capacità di unire la storia del territorio e la produzione del vino. Prima ancora di Riccardo Cotarella, aveva puntato sul vino di qualità, creando una marca che si è stabilizzata nel tempo.
Il suo impegno per l'ecosostenibilità e il rispetto dell'ambiente era stato un aspetto fondamentale della sua filosofia produttiva. Il suo vino era sempre più "divino", come lo ha definito Raffaele Nevi, portavoce nazionale di Forza Italia. Ma per Luigi Barberani, il vino non era solo un prodotto da commercializzare, ma una espressione della sua passione e del suo amore per la terra.
Il giorno dei funerali, tutta Orvieto si è riunita nel Duomo a tributare i suoi ultimi saluti al defunto. C'era lì il sindaco Roberta Tardani, il presidente del Consiglio Comunale Stefano Olimpieri, rappresentanti della famiglia di Riccardo Cotarella e molti altri amici e collaboratori. Raffaele Nevi ha chiuso la cerimonia con una breve frase: "Luigi Barberani ha unito la sua passione per l'archeologia, la storia millenaria di Orvieto alla produzione del vino. Prima ancora di Cotarella ha puntato sul vino di qualità. Quello di Luigi Barberani è un vino di nicchia".
Luigi era un uomo simpatico, con una battuta brillante e giocosa, che si spacciava per burbero solo per nascondere la sua ironia profonda. Il suo legame con la città era forte, solidale e civile, non solo in termini politici, ma anche come amico di molti Orivesi. Come poteva essere stato uno dei più significativi sostenitori dell'operazione Concina, che ha portato il "miracolo" della caduta del muro rosso di Orvieto nel 2009?
Ma Luigi Barberani era più di un semplice politico o sindaco. Era anche un artista, un pianista jazz che conosceva i ritmi e la melodia dell'orchestra, ma soprattutto un uomo della terra, un vignaiolo che si prendeva cura del suo territorio e delle sue tradizioni. Il suo vino era il frutto di questa passione, un vino che si chiama "Amore" e che è stato ottenuto da un vitigno di Sangiovese rosato.
Luigi Barberani lascia indietro una scia di premi internazionali, tra cui molti vinificatori di riferimento. Ma il suo più grande successo era stato la sua capacità di unire la storia del territorio e la produzione del vino. Prima ancora di Riccardo Cotarella, aveva puntato sul vino di qualità, creando una marca che si è stabilizzata nel tempo.
Il suo impegno per l'ecosostenibilità e il rispetto dell'ambiente era stato un aspetto fondamentale della sua filosofia produttiva. Il suo vino era sempre più "divino", come lo ha definito Raffaele Nevi, portavoce nazionale di Forza Italia. Ma per Luigi Barberani, il vino non era solo un prodotto da commercializzare, ma una espressione della sua passione e del suo amore per la terra.
Il giorno dei funerali, tutta Orvieto si è riunita nel Duomo a tributare i suoi ultimi saluti al defunto. C'era lì il sindaco Roberta Tardani, il presidente del Consiglio Comunale Stefano Olimpieri, rappresentanti della famiglia di Riccardo Cotarella e molti altri amici e collaboratori. Raffaele Nevi ha chiuso la cerimonia con una breve frase: "Luigi Barberani ha unito la sua passione per l'archeologia, la storia millenaria di Orvieto alla produzione del vino. Prima ancora di Cotarella ha puntato sul vino di qualità. Quello di Luigi Barberani è un vino di nicchia".