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"Il Giornale" diventa nuovamente bersaglio degli attacchi dell'estrema sinistra. Ilaria Salis, candidata al parlamento europeo con Avs, ha lanciato un'altra volata contro i quotidiani del gruppo Giornale, accusandoli di essere "megafoni dell'estrema destra" e di orchestrare "becere campagne d'odio".
La sua critica è molto simile a quella di Francesca Albanese, esponente di Hamas che aveva lanciato l'attacco contro il Giornale per aver reso notizia di un incontro pubblico con esponenti della organizzazione terroristica. L'accusa di Salis è che il Giornale racconta l'Italia e l'attualità da un punto di vista non gradito, smontando le narrazioni della sinistra e restituendo un'altra verità ai racconti che vengono fatti dai pro Pal.
La direzione che sta prendendo Salis è molto preoccupante. La stessa che la porta a firmare l'appello per chiedere la censura di una casa editrice non gradita. Questo tipo di atteggiamento è tipico dell'estrema sinistra, che cerca di delegittimare i quotidiani che non si prestano a un certo tipo di racconto.
È interessante notare come Salis considera l'imam Mohamed Shahin, colpito da decreto di espulsione per considerarlo un pericolo per la sicurezza nazionale, "vittima di attacco politico". Ma nessuna condanna contro il vergognoso assalto alla redazione del Giornale da parte dei pro Pal? Il silenzio è ancora più preoccupante di qualsiasi critica.
La tentativa di far tacere i giornali liberi è fallita ancora una volta. Continuerà a fallire, perché così come è sempre stato, non ci sarà un allineamento e non ci sarà un passo indietro davanti alle provocazioni, ai tentativi di silenziamento e screditamento.
La sua critica è molto simile a quella di Francesca Albanese, esponente di Hamas che aveva lanciato l'attacco contro il Giornale per aver reso notizia di un incontro pubblico con esponenti della organizzazione terroristica. L'accusa di Salis è che il Giornale racconta l'Italia e l'attualità da un punto di vista non gradito, smontando le narrazioni della sinistra e restituendo un'altra verità ai racconti che vengono fatti dai pro Pal.
La direzione che sta prendendo Salis è molto preoccupante. La stessa che la porta a firmare l'appello per chiedere la censura di una casa editrice non gradita. Questo tipo di atteggiamento è tipico dell'estrema sinistra, che cerca di delegittimare i quotidiani che non si prestano a un certo tipo di racconto.
È interessante notare come Salis considera l'imam Mohamed Shahin, colpito da decreto di espulsione per considerarlo un pericolo per la sicurezza nazionale, "vittima di attacco politico". Ma nessuna condanna contro il vergognoso assalto alla redazione del Giornale da parte dei pro Pal? Il silenzio è ancora più preoccupante di qualsiasi critica.
La tentativa di far tacere i giornali liberi è fallita ancora una volta. Continuerà a fallire, perché così come è sempre stato, non ci sarà un allineamento e non ci sarà un passo indietro davanti alle provocazioni, ai tentativi di silenziamento e screditamento.