Il Boomer Milanese è un bauscia, uno spaccone da bar. Uno che racconta storie esagerate, ingigantite, se non inventate. Racconta di quando i Beatles lo volevano prendere come batterista, di quando ha avuto quel flirt con Moana Pozzi e quell’altro con Monica Bellucci, di quando ha fatto la controfigura in Top Gun, di quel talento per il calcio sfumato per «il maledetto crociato». La sua vita è un'epopea di storie false, di pettegole e di furbastri.
Nacque dalla Milano di Tangentopoli, dove l'economia è stata subita dal sistema valoriale: un’epoca di furbastri, in una città che era il centro del potere e del denaro. Il Boomer crede di essere un Padreterno, lui sa fare tutto. Devi riparare la macchina? Non c’è bisogno del meccanico, ci pensa lui.
Sono due cose: il personaggio del Boomer, un bauscia, uno spaccone da bar, e l'uomo che lo rappresenta, Gabriele Celia. È un persona con una memoria fotografica di quegli anni, ha vissuto a Milano e sa come siamo diventati milanesi.
Il suo lavoro è il sociale, lui fa comicità sui social e la sua presenza è importante. Ha messo in gioco tutto se stesso per questo tipo di attività. È candidato all'ambrogino d'oro e spera di vincere, ma non si delude troppo perché secondo lui la vittoria sarebbe incredibile.
Il Boomer Milanese è un fenomeno che sta scuotendo il paese, una maschera che ci fa venire a mente i personaggi dei vecchi film comici. La sua storia è una parodia della società contemporanea, una satira del mondo in cui viviamo.
Quando Gabriele Celia dice "Il mio Boomer non c'è", non sta dicendo la verità. C'è dentro di lui, e questo lo fa più forte, gli rende più spontaneo nel suo modo di fare.
Nacque dalla Milano di Tangentopoli, dove l'economia è stata subita dal sistema valoriale: un’epoca di furbastri, in una città che era il centro del potere e del denaro. Il Boomer crede di essere un Padreterno, lui sa fare tutto. Devi riparare la macchina? Non c’è bisogno del meccanico, ci pensa lui.
Sono due cose: il personaggio del Boomer, un bauscia, uno spaccone da bar, e l'uomo che lo rappresenta, Gabriele Celia. È un persona con una memoria fotografica di quegli anni, ha vissuto a Milano e sa come siamo diventati milanesi.
Il suo lavoro è il sociale, lui fa comicità sui social e la sua presenza è importante. Ha messo in gioco tutto se stesso per questo tipo di attività. È candidato all'ambrogino d'oro e spera di vincere, ma non si delude troppo perché secondo lui la vittoria sarebbe incredibile.
Il Boomer Milanese è un fenomeno che sta scuotendo il paese, una maschera che ci fa venire a mente i personaggi dei vecchi film comici. La sua storia è una parodia della società contemporanea, una satira del mondo in cui viviamo.
Quando Gabriele Celia dice "Il mio Boomer non c'è", non sta dicendo la verità. C'è dentro di lui, e questo lo fa più forte, gli rende più spontaneo nel suo modo di fare.