Il Governo impugna la legge sul fine vita approvata dal Consiglio regionale della Sardegna. La norma, adottata dall'assemblea legislativa regionale con 32 voti a favore e 19 contrari, prevede procedure per l'assistenza sanitaria al suicidio medicalmente assistito.
Il provvedimento, che garantisce l'assistenza sanitaria gratuita ai cittadini che scegliano autonomamente di accedere al suicidio medicalmente assistito, è stato messo in discussione dalla presidenza del Consiglio dei ministri, che sostiene che la legge "esula in via assoluta dalle competenze regionali" e "lede le competenze esclusive dello Stato".
L'articolazione della norma prevede l'intervento di una commissione multidisciplinare composta da un medico con specializzazione in cure palliative, un neurologo, uno psichiatra, un anestesista, uno psicologo e un infermiere.
Le reazioni sono state immediatamente negative: Piero Comandini, presidente del Consiglio regionale, ha detto che la decisione del governo non lo stupisce ma ha perso un'occasione per dare una risposta importante sull'autodeterminazione dei cittadini.
Il Movimento 5 Stelle punta il dito contro Fdi, attaccando la giunta Todde che aveva affrontato questa questione. Per Silvio Lai, segretario del Partito Democratico, la decisione è un atto grave che va oltre il conflitto istituzionale e che nega ai cittadini il diritto all'autodeterminazione e alla dignità negli ultimi momenti della propria vita.
La legge sarda nasce da un percorso serio condiviso, rispettoso delle sentenze della Corte costituzionale e delle linee già tracciate in diverse regioni.
Il provvedimento, che garantisce l'assistenza sanitaria gratuita ai cittadini che scegliano autonomamente di accedere al suicidio medicalmente assistito, è stato messo in discussione dalla presidenza del Consiglio dei ministri, che sostiene che la legge "esula in via assoluta dalle competenze regionali" e "lede le competenze esclusive dello Stato".
L'articolazione della norma prevede l'intervento di una commissione multidisciplinare composta da un medico con specializzazione in cure palliative, un neurologo, uno psichiatra, un anestesista, uno psicologo e un infermiere.
Le reazioni sono state immediatamente negative: Piero Comandini, presidente del Consiglio regionale, ha detto che la decisione del governo non lo stupisce ma ha perso un'occasione per dare una risposta importante sull'autodeterminazione dei cittadini.
Il Movimento 5 Stelle punta il dito contro Fdi, attaccando la giunta Todde che aveva affrontato questa questione. Per Silvio Lai, segretario del Partito Democratico, la decisione è un atto grave che va oltre il conflitto istituzionale e che nega ai cittadini il diritto all'autodeterminazione e alla dignità negli ultimi momenti della propria vita.
La legge sarda nasce da un percorso serio condiviso, rispettoso delle sentenze della Corte costituzionale e delle linee già tracciate in diverse regioni.