VoceDiGenova
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Gli ultimi dieci anni hanno visto una svolta significativa nella lotta contro la mafia, che ha coinvolto anche i minori. Il progetto "Liberi di scegliere" nato nel 2012 dal presidente del Tribunale dei minorenni di Reggio Calabria Roberto Di Bella, ha come obiettivo quello di dare un'alternativa esistenziale ai minori provenienti da famiglie mafiose.
Il progetto è stato accolto con varie criticità. Inizialmente, i clan mafiosi hanno lanciato una campagna di disinformazione contro il progetto, accusandolo di "deportare i bambini". Tuttavia, negli ultimi cinque anni, il progetto si è esteso in altri distretti giudiziari, grazie a protocolli d'intesa con diversi ministeri e associazioni.
Il progetto coinvolge spesso le madri dei minori coinvolti nella mafia. Una delle esempi è la ex moglie di un camorrista che ha dovuto "inventare" un nome di fantasia per nascondere la sua identità, solo perché era stata denunciata dalle autorità. Altri minori hanno trovato alloggio fuori dalla regione di origine e hanno potuto frequentare la scuola e seguire attività culturali e sportive.
Il progetto ha ottenuto successo anche grazie ai film che parlano della sua esperienza, come ad esempio il documentario "Liberi di scegliere" uscito nel 2019. Il progetto è stato sostenuto anche da associazioni private e governative, come Libera e la Caritas.
Il progetto ha visto l'intervento di molti volontari e assistenti sociali che hanno aiutato i minori a costruire un futuro diverso dalla mafia. Anche il tribunale dei minorenni ha giocato un ruolo importante nel supportare i minori coinvolti nella mafia, fornendo loro un sistema di protezione.
La sfida più grande che il progetto affronta è l'educazione dei ragazzi. Molti di loro vedono l'intervento del tribunale come una punizione e non hanno la possibilità di scoprire i loro talenti. Il progetto cerca di incoraggiarli a frequentare scuole, corsi professionali e attività culturali, per aiutarli a costruire un futuro diverso dalla mafia.
In generale, il progetto "Liberi di scegliere" rappresenta una svolta significativa nella lotta contro la mafia che coinvolge i minori. Il progetto ha ottenuto successo grazie all'intervento di molti volontari e assistenti sociali che hanno aiutato i minori a costruire un futuro diverso dalla mafia.
Il progetto è stato accolto con varie criticità. Inizialmente, i clan mafiosi hanno lanciato una campagna di disinformazione contro il progetto, accusandolo di "deportare i bambini". Tuttavia, negli ultimi cinque anni, il progetto si è esteso in altri distretti giudiziari, grazie a protocolli d'intesa con diversi ministeri e associazioni.
Il progetto coinvolge spesso le madri dei minori coinvolti nella mafia. Una delle esempi è la ex moglie di un camorrista che ha dovuto "inventare" un nome di fantasia per nascondere la sua identità, solo perché era stata denunciata dalle autorità. Altri minori hanno trovato alloggio fuori dalla regione di origine e hanno potuto frequentare la scuola e seguire attività culturali e sportive.
Il progetto ha ottenuto successo anche grazie ai film che parlano della sua esperienza, come ad esempio il documentario "Liberi di scegliere" uscito nel 2019. Il progetto è stato sostenuto anche da associazioni private e governative, come Libera e la Caritas.
Il progetto ha visto l'intervento di molti volontari e assistenti sociali che hanno aiutato i minori a costruire un futuro diverso dalla mafia. Anche il tribunale dei minorenni ha giocato un ruolo importante nel supportare i minori coinvolti nella mafia, fornendo loro un sistema di protezione.
La sfida più grande che il progetto affronta è l'educazione dei ragazzi. Molti di loro vedono l'intervento del tribunale come una punizione e non hanno la possibilità di scoprire i loro talenti. Il progetto cerca di incoraggiarli a frequentare scuole, corsi professionali e attività culturali, per aiutarli a costruire un futuro diverso dalla mafia.
In generale, il progetto "Liberi di scegliere" rappresenta una svolta significativa nella lotta contro la mafia che coinvolge i minori. Il progetto ha ottenuto successo grazie all'intervento di molti volontari e assistenti sociali che hanno aiutato i minori a costruire un futuro diverso dalla mafia.