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L'energia da fusione, il futuro dell'energia? Eni si batte per la transizione energetica con innovazione tecnologica.
Eni ha sempre un contenuto tecnologico forte, ma adesso la società sta investendo in maniera massiccia nella ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie. La direzione tecnologia della società promuove la cultura su questi temi nell'intera azienda e agisce come un vero abilitatore della sua strategia di transizione energetica.
Innanzitutto c'è il progetto HPC6, che è uno dei supercalcoli ad uso industriale più potenti del mondo. Questo supercalcolo ospitato nel Green Data Center di Ferrera Erbognone vanta una velocità di calcolo straordinaria e permette all'azienda di accelerare la ricerca e sviluppo in campi come la fusione a confinamento magnetico, lo sviluppo di nuovi materiali o l'ottimizzazione delle celle solari.
Inoltre, Eni ha firmato un accordo miliardario con Commonwealth Fusion Systems (CFS) per l'acquisto di energia da fusione. Questo accordo dimostra che la fusione è una prospettiva commerciale effettiva e che l'industria è pronta a integrarla in rete.
L'energia da fusione è considerata un processo sicuro, che non emette gas serra e genera una quantità di energia virtualmente illimitata. Il nostro impegno si estende alla collaborazione con UKAEA per la realizzazione del più grande impianto al mondo per la gestione del ciclo del trizio (H3AT) e alla partecipazione al progetto italiano DTT di ENEA.
Infine, parliamo della digitalizzazione. La direzione tecnologia di Eni cerca persone con competenze in campo digitale come sviluppatori, data scientist, ingegneri dell'AI o specialisti di infrastruttura. L'azienda promuove anche iniziative per avvicinare bambine e ragazze alle discipline STEM grazie all'esempio offerto da 150 donne che lavorano in Eni con incarichi di alto livello negli ambiti tecnologici.
In sintesi, l'energia da fusione e la digitalizzazione sono due delle aree in cui Eni sta investendo massicciamente per garantire la sua competitività e contribuire alla transizione energetica.
Eni ha sempre un contenuto tecnologico forte, ma adesso la società sta investendo in maniera massiccia nella ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie. La direzione tecnologia della società promuove la cultura su questi temi nell'intera azienda e agisce come un vero abilitatore della sua strategia di transizione energetica.
Innanzitutto c'è il progetto HPC6, che è uno dei supercalcoli ad uso industriale più potenti del mondo. Questo supercalcolo ospitato nel Green Data Center di Ferrera Erbognone vanta una velocità di calcolo straordinaria e permette all'azienda di accelerare la ricerca e sviluppo in campi come la fusione a confinamento magnetico, lo sviluppo di nuovi materiali o l'ottimizzazione delle celle solari.
Inoltre, Eni ha firmato un accordo miliardario con Commonwealth Fusion Systems (CFS) per l'acquisto di energia da fusione. Questo accordo dimostra che la fusione è una prospettiva commerciale effettiva e che l'industria è pronta a integrarla in rete.
L'energia da fusione è considerata un processo sicuro, che non emette gas serra e genera una quantità di energia virtualmente illimitata. Il nostro impegno si estende alla collaborazione con UKAEA per la realizzazione del più grande impianto al mondo per la gestione del ciclo del trizio (H3AT) e alla partecipazione al progetto italiano DTT di ENEA.
Infine, parliamo della digitalizzazione. La direzione tecnologia di Eni cerca persone con competenze in campo digitale come sviluppatori, data scientist, ingegneri dell'AI o specialisti di infrastruttura. L'azienda promuove anche iniziative per avvicinare bambine e ragazze alle discipline STEM grazie all'esempio offerto da 150 donne che lavorano in Eni con incarichi di alto livello negli ambiti tecnologici.
In sintesi, l'energia da fusione e la digitalizzazione sono due delle aree in cui Eni sta investendo massicciamente per garantire la sua competitività e contribuire alla transizione energetica.