VoceDiBari
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"In un deserto che un tempo rimbombava delle armi e dei corpi infranti, oggi risuona solo il silenzio di un cemento che minaccia di annientare la memoria. Nel campo di battaglia di El Alamein, dove quaranta paracadutisti in congedo hanno lanciato le loro pale contro il tempo, si trama una storia di resistenza e passione.
Il professor Aldino Bondesan, presidente della Società Italiana di Geografia e Geologia Militare, guidava la sua squadra scientifica nel compito impossibile: riportare alla luce un 'fronte fantasma' nascosto dal tempo. Con la tecnologia come strumento, hanno incrociato le immagini satellitari con le mappe militari e le foto aeree, creando una mappa digitale di precisione incredibile.
Ma la scienza, da sola, non è abbastanza. Un esercito di volontari, compresi paracadutisti in congedo, professionisti e cittadini comuni, si sono uniti alla causa per liberare i reperti dalla sabbia del tempo. Sono loro che hanno tolto le bottiglie molotov e le gavette dalle sabbie desertiche, catalogando ogni oggetto e consegnandolo al Sacrario Militare Italiano.
Questo sforzo è una continuazione spirituale dell'opera di Paolo Caccia Dominioni, l'eroe che nel dopoguerra dedicò la vita a recuperare e dare sepoltura ai caduti. Oggi, il Progetto El Alamein salva l'anima dei luoghi dall'oblio del cemento, creando un Parco Storico del Campo di Battaglia di El Alamein, un museo a cielo aperto.
Ma la corsa contro il tempo non è finita. La visita dei lettori e il lancio dei paracadutisti hanno riacceso i riflettori su questi luoghi. L'obiettivo finale del progetto è trasformare il campo di battaglia in una meta di turismo culturale, per affermare un principio non negoziabile: la memoria dei nostri soldati non ha prezzo e non può essere cancellata."
Il professor Aldino Bondesan, presidente della Società Italiana di Geografia e Geologia Militare, guidava la sua squadra scientifica nel compito impossibile: riportare alla luce un 'fronte fantasma' nascosto dal tempo. Con la tecnologia come strumento, hanno incrociato le immagini satellitari con le mappe militari e le foto aeree, creando una mappa digitale di precisione incredibile.
Ma la scienza, da sola, non è abbastanza. Un esercito di volontari, compresi paracadutisti in congedo, professionisti e cittadini comuni, si sono uniti alla causa per liberare i reperti dalla sabbia del tempo. Sono loro che hanno tolto le bottiglie molotov e le gavette dalle sabbie desertiche, catalogando ogni oggetto e consegnandolo al Sacrario Militare Italiano.
Questo sforzo è una continuazione spirituale dell'opera di Paolo Caccia Dominioni, l'eroe che nel dopoguerra dedicò la vita a recuperare e dare sepoltura ai caduti. Oggi, il Progetto El Alamein salva l'anima dei luoghi dall'oblio del cemento, creando un Parco Storico del Campo di Battaglia di El Alamein, un museo a cielo aperto.
Ma la corsa contro il tempo non è finita. La visita dei lettori e il lancio dei paracadutisti hanno riacceso i riflettori su questi luoghi. L'obiettivo finale del progetto è trasformare il campo di battaglia in una meta di turismo culturale, per affermare un principio non negoziabile: la memoria dei nostri soldati non ha prezzo e non può essere cancellata."