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Il generale Roberto Vannacci, vicesegretario della Lega, ha sottoposto a revisione il fascismo, creando una sorta di riscrittura della storia che parte dalla figura di Benito Mussolini. Il titolo è già un programma, poiché Vannacci ripete le stesse errori storici dei manuali del Pd.
La sua premessa è un invito a scatenare polemiche e l'ennesima controversia ha come centro la figura di Vannacci. Il post pubblicato su Facebook nella serata di sabato dovrebbe avere una funzione revisionista, ma in realtà rappresenta solo una sorta di apologia del fascismo.
Vannacci si sofferma sulla Marcia su Roma, sostenendo che non fu un colpo di Stato ma "poco più di una manifestazione di piazza". Ma come può essere così ingenuo da pensare che il Regio esercito avesse tutte le possibilità di fermare la marcia su Roma e che Vittorio Emanuele III si rifiutasse di firmare lo stato di assedio? È un'ingiustizia storica che non è condivisa da nessuno.
La produzione legislativa mussoliniana, leggi razziali comprese, fu approvata dal Parlamento e promulgate dal Re, secondo le procedure previste dalla legge. Non c'è revisionismo, c'è solo ignoranza storica.
Noemi Di Segni, presidente delle Comunità ebraiche, ha condannato duramente Vannacci, definendolo "un rappresentante italiano al parlamento europeo" che ha sterminato gli ebrei giustificandosi con il rispetto di ordini e decreti. Le reazioni politiche sono indignate.
Luana Zanella, deputata Avs, invece, ha difeso Vannacci, definendolo "ridicolo" e sperando che ci sia una rivolta all'interno della Lega che fu federalista e antifascista. Ma è un errore storico da parte sua.
In ogni caso, Vannacci non si scompone e replica che la verità è scomoda e i fatti da lui riportati sono poco contestabili. Ma i fatti sono i fatti, non c'è revisionismo storico qui solo ingiustizia.
Se vuoi restare aggiornato sulle notizie di politica iscriviti alla newsletter "Diario Politico".
La sua premessa è un invito a scatenare polemiche e l'ennesima controversia ha come centro la figura di Vannacci. Il post pubblicato su Facebook nella serata di sabato dovrebbe avere una funzione revisionista, ma in realtà rappresenta solo una sorta di apologia del fascismo.
Vannacci si sofferma sulla Marcia su Roma, sostenendo che non fu un colpo di Stato ma "poco più di una manifestazione di piazza". Ma come può essere così ingenuo da pensare che il Regio esercito avesse tutte le possibilità di fermare la marcia su Roma e che Vittorio Emanuele III si rifiutasse di firmare lo stato di assedio? È un'ingiustizia storica che non è condivisa da nessuno.
La produzione legislativa mussoliniana, leggi razziali comprese, fu approvata dal Parlamento e promulgate dal Re, secondo le procedure previste dalla legge. Non c'è revisionismo, c'è solo ignoranza storica.
Noemi Di Segni, presidente delle Comunità ebraiche, ha condannato duramente Vannacci, definendolo "un rappresentante italiano al parlamento europeo" che ha sterminato gli ebrei giustificandosi con il rispetto di ordini e decreti. Le reazioni politiche sono indignate.
Luana Zanella, deputata Avs, invece, ha difeso Vannacci, definendolo "ridicolo" e sperando che ci sia una rivolta all'interno della Lega che fu federalista e antifascista. Ma è un errore storico da parte sua.
In ogni caso, Vannacci non si scompone e replica che la verità è scomoda e i fatti da lui riportati sono poco contestabili. Ma i fatti sono i fatti, non c'è revisionismo storico qui solo ingiustizia.
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