Un virologo che abbandona i social per parlare a un pubblico più scelto. Roberto Burioni, il famoso virologo che ha cambiato la storia con le sue analisi sui vaccini e la pandemia da Covid-19, ha deciso di lasciare definitivamente i social media per trasferirsi su Substack, piattaforma di contenuti esclusivi a pagamento. Un atto che potrebbe segnare un punto di svolta nella sua carriera mediatica.
Burioni racconta di essere stanco delle sfide quotidiane con i no-vax, quelli che continuano a leggere e commentare le sue pubblicazioni senza cambiare idea. Lui è arrivato alla conclusione che non si può convincere qualcuno convinto in maniera diversa: un tifoso non cambia squadra per ragioni razionali.
La decisione di abbandonare i social media non sarà semplice. Burioni ha ricevuto messaggi di morte estesi anche alla sua famiglia, e sapeva che avrebbe dovuto affrontare la stessa cosa da solo. Ma dopo anni di divulgazione scientifica, è arrivato a questa conclusione: i suoi post sono stati «rubati» dalle piattaforme di intelligenza artificiale per nutrire il loro funzionamento.
Burioni spera di non aver combinato disastri tecnologici con l'avvio del suo nuovo progetto. Ha aperto le sottoscrizioni per sei mesi e, se non raggiungerà un numero sufficiente di abbonati, vedrà cosa fare. Ma la speranza è nel poter pubblicare link e anteprime dei contenuti sulla piattaforma, consapevole che l'algoritmo cercherà di renderlo invisibile.
L'addio ai social media sarà un momento importante nella carriera del professore. Rimarrà attivo ma con una nuova veste: come "vetrina". E se l'esperimento funzionerà, allora potrà fare podcast, video e lezioni brevi.
Burioni racconta di essere stanco delle sfide quotidiane con i no-vax, quelli che continuano a leggere e commentare le sue pubblicazioni senza cambiare idea. Lui è arrivato alla conclusione che non si può convincere qualcuno convinto in maniera diversa: un tifoso non cambia squadra per ragioni razionali.
La decisione di abbandonare i social media non sarà semplice. Burioni ha ricevuto messaggi di morte estesi anche alla sua famiglia, e sapeva che avrebbe dovuto affrontare la stessa cosa da solo. Ma dopo anni di divulgazione scientifica, è arrivato a questa conclusione: i suoi post sono stati «rubati» dalle piattaforme di intelligenza artificiale per nutrire il loro funzionamento.
Burioni spera di non aver combinato disastri tecnologici con l'avvio del suo nuovo progetto. Ha aperto le sottoscrizioni per sei mesi e, se non raggiungerà un numero sufficiente di abbonati, vedrà cosa fare. Ma la speranza è nel poter pubblicare link e anteprime dei contenuti sulla piattaforma, consapevole che l'algoritmo cercherà di renderlo invisibile.
L'addio ai social media sarà un momento importante nella carriera del professore. Rimarrà attivo ma con una nuova veste: come "vetrina". E se l'esperimento funzionerà, allora potrà fare podcast, video e lezioni brevi.