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L'Italia ha finalmente deciso di vedere le autostrade come un sistema complesso da monitorare in tempo reale. Con un investimento di 18,5 milioni di euro nel triennio 2025-2027, Autostrade dello Stato S.p.A. apre una nuova stagione della sicurezza infrastrutturale: una rete sorvegliata da droni, sensori e piattaforme digitali potenziate dall'intelligenza artificiale.
L'obiettivo è ambizioso: trasformare l'intera rete in un sistema capace di "sentire" le proprie vulnerabilità prima che diventino emergenze. Nei prossimi mesi, i droni sorverranno ponti e viadotti, i sensori rileveranno vibrazioni e micro-deformazioni, mentre algoritmi predittivi elaboreranno in tempo reale i dati raccolti. Il piano include anche lo sviluppo di piattaforme digitali capaci di dialogare con i centri di controllo della viabilità nazionale, in modo da coordinare informazioni e risposte tra gestori e istituzioni.
Il salto di paradigma è quasi una "digitalizzazione del rischio" che punta a ridurre le chiusure improvvise e ad aumentare l'affidabilità del sistema nel suo complesso. Ma resta la distanza tra le risorse e la vastità della sfida. Diciotto milioni e mezzo di euro, distribuiti su tre anni, sono solo l'inizio. Il senso dell'operazione sta proprio nell'innescare un processo, definire un metodo, dimostrare che la sicurezza non è solo manutenzione, ma cultura.
La rete autostradale italiana è un mosaico di opere costruite in epoche diverse, spesso sottoposte a stress crescenti per traffico e clima. I cambiamenti meteorologici estremi, le oscillazioni termiche, il peso del tempo rendono urgente una nuova idea di controllo: non più ispezioni saltuarie, ma una sorveglianza continua, capace di prevedere invece di reagire.
L'obiettivo è ambizioso: trasformare l'intera rete in un sistema capace di "sentire" le proprie vulnerabilità prima che diventino emergenze. Nei prossimi mesi, i droni sorverranno ponti e viadotti, i sensori rileveranno vibrazioni e micro-deformazioni, mentre algoritmi predittivi elaboreranno in tempo reale i dati raccolti. Il piano include anche lo sviluppo di piattaforme digitali capaci di dialogare con i centri di controllo della viabilità nazionale, in modo da coordinare informazioni e risposte tra gestori e istituzioni.
Il salto di paradigma è quasi una "digitalizzazione del rischio" che punta a ridurre le chiusure improvvise e ad aumentare l'affidabilità del sistema nel suo complesso. Ma resta la distanza tra le risorse e la vastità della sfida. Diciotto milioni e mezzo di euro, distribuiti su tre anni, sono solo l'inizio. Il senso dell'operazione sta proprio nell'innescare un processo, definire un metodo, dimostrare che la sicurezza non è solo manutenzione, ma cultura.
La rete autostradale italiana è un mosaico di opere costruite in epoche diverse, spesso sottoposte a stress crescenti per traffico e clima. I cambiamenti meteorologici estremi, le oscillazioni termiche, il peso del tempo rendono urgente una nuova idea di controllo: non più ispezioni saltuarie, ma una sorveglianza continua, capace di prevedere invece di reagire.