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"Armi nucleari, vuoto di strategia mette a rischio deterrenza"
La Nato si trova in un periodo critico. La dissoluzione dell'Urss ha segnato la fine della cosiddetta "strategia nucleare", ovvero la capacità delle forze europee di utilizzare le armi nucleari nel caso di una crisi globale. Ma senza una strategia condivisa, il potenziale nemico della Russia rischia di essere sfruttato per mettere alla prova la deterrenza dell'Alleanza.
La questione è più complessa di quanto sembri. Il possesso delle armi nucleari non è sufficiente; occorre anche una riconoscibile capacità e volontà di utilizzarle in caso di estrema minaccia. L'esempio russo è lampante, soprattutto quando Putin e Lavrov ricordano al mondo che userebbero l'atomo qualora fosse minacciata l'esistenza stessa della Russia.
La Nato ha perso il consenso strategico nucleare su come porsi ad argine di Mosca. La dottrina militare prevedeva di affrontare la crisi con una serie di esercitazioni, come le Wintex-Cimic dell'epoca, per misurare la prontezza e la cooperazione tra le nazioni e i comandi della Nato. Ma oggi, con la scomparsa del Patto di Varsavia e il potenziale nemico che la Russia rappresenta, si tratta di una sfida molto diversa.
La sicurezza informatica e cibernetica è un nuovo fattore da considerare. La Russia può utilizzare le tecnologie digitali per attaccare la Nato e mettere alla prova la sua deterrenza nucleare. E se la Russia decide di utilizzare armi nucleari tattiche per rallentare lo schieramento delle truppe, la Nato non potrà reagire con attacchi nucleari diffusi.
Il problema è che la Nato non ha una strategia condivisa su come rispondere a un ipotetico attacco nucleare russo. La Francia possiede armi nucleari proprie, ma il Regno Unito e gli altri Paesi europei no. E se la Russia decide di utilizzare le armi nucleari, la Nato potrebbe colpire solo la Russia e Bielorussia dopo ampie consultazioni con la Francia, ma questo sarebbe un atteggiamento lento e indeciso.
La guerra in caso di una crisi globale sarebbe inevitabile. La questione è se la Nato possa trovare una soluzione più rapida e efficace prima che sia troppo tardi.
La Nato si trova in un periodo critico. La dissoluzione dell'Urss ha segnato la fine della cosiddetta "strategia nucleare", ovvero la capacità delle forze europee di utilizzare le armi nucleari nel caso di una crisi globale. Ma senza una strategia condivisa, il potenziale nemico della Russia rischia di essere sfruttato per mettere alla prova la deterrenza dell'Alleanza.
La questione è più complessa di quanto sembri. Il possesso delle armi nucleari non è sufficiente; occorre anche una riconoscibile capacità e volontà di utilizzarle in caso di estrema minaccia. L'esempio russo è lampante, soprattutto quando Putin e Lavrov ricordano al mondo che userebbero l'atomo qualora fosse minacciata l'esistenza stessa della Russia.
La Nato ha perso il consenso strategico nucleare su come porsi ad argine di Mosca. La dottrina militare prevedeva di affrontare la crisi con una serie di esercitazioni, come le Wintex-Cimic dell'epoca, per misurare la prontezza e la cooperazione tra le nazioni e i comandi della Nato. Ma oggi, con la scomparsa del Patto di Varsavia e il potenziale nemico che la Russia rappresenta, si tratta di una sfida molto diversa.
La sicurezza informatica e cibernetica è un nuovo fattore da considerare. La Russia può utilizzare le tecnologie digitali per attaccare la Nato e mettere alla prova la sua deterrenza nucleare. E se la Russia decide di utilizzare armi nucleari tattiche per rallentare lo schieramento delle truppe, la Nato non potrà reagire con attacchi nucleari diffusi.
Il problema è che la Nato non ha una strategia condivisa su come rispondere a un ipotetico attacco nucleare russo. La Francia possiede armi nucleari proprie, ma il Regno Unito e gli altri Paesi europei no. E se la Russia decide di utilizzare le armi nucleari, la Nato potrebbe colpire solo la Russia e Bielorussia dopo ampie consultazioni con la Francia, ma questo sarebbe un atteggiamento lento e indeciso.
La guerra in caso di una crisi globale sarebbe inevitabile. La questione è se la Nato possa trovare una soluzione più rapida e efficace prima che sia troppo tardi.