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La Procura di Brescia aveva chiesto a Pietro Paolo Mazza e Mario Venditti il sequestro dei loro beni, accusandoli di corruzione e peculato nel caso di Garlasco. Tuttavia, la Corte d'Assise ha annullato i decreti di perquisizione e contestuale sequestro emessi dal procuratore Francesco Prete e dalla pm Claudia Moregola lo scorso 8 ottobre.
Il tribunale del Riesame ha ritrovato un errore di forma nel decreto del sequestro, che è stato annullato. Ma il caso non si chiude qui, perché la Procura di Brescia è riuscita a presentare un altro decreto di perquisizione e contestuale sequestro, che colpisce solo Venditti.
Il tribunale ha ordinato la restituzione "di tutti i beni sequestrati" da cellulari, computer, hard disk e altro materiale informatico. La decisione è stata datata 8 ottobre scorso. Il caso di Garlasco è ancora aperto, ma Venditti risulta indagato per corruzione in atti giudiziari.
Il sequestro era scattato su ordine della Procura di Brescia e si riferiva agli affidamenti avuti da Mazza e Venditti. Secondo i pm, gli indagati avrebbero beneficiato di varie utilità, tra cui pranzi presso il ristorante Lino e vendita di auto a prezzo inferiore a quello di mercato.
Tutto questo "a fronte del compimento di atti contrari ai doveri d'ufficio". Sotto la lente della Procura sono finiti "l'affidamento pressoché esclusivo a Esitel del noleggio degli apparati di intercettazione" e "l'affidamento esclusivo a Cr Service del noleggio di autovetture in misura incongrua rispetto alle esigenze investigative e destinate ad uso privato non inerente alle attività di indagine".
Venditti, infatti, nel 2017 aveva archiviato la prima indagine su Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi. Per l'omicidio della 26enne, avvenuto il 13 agosto 2007, è stato condannato in via definitiva il fidanzato Alberto Stasi.
L'accusa di corruzione è alimentata da due elementi: un appunto a penna su un bloc notes "Venditti / gip archivia X 20-30 euro" con la data "febbraio 2016" che avrebbe la grafia di Giuseppe Sempio, padre di Andrea. E un'intercettazione ambientale di una conversazione tra Sempio e suo padre Giuseppe, captata a bordo dell'auto dell'indagato il 9 febbraio 2017.
"Comunque ha detto che ti chiederà le cose che sono state depositate. Non è che...", diceva il padre; "Sì lo so", rispondeva il figlio. "Massimo", proseguiva Giuseppe Sempio, "se ti infila dentro qualche domanda che non... dici: guardi io non mi ricordo, son passati dieci anni...".
Venditti ha dichiarato di essere stato colpito da un atto di calunnia e ha chiesto al pubblico ministero di fare l'esame dei fatti. Il caso del sequestro è ancora in corso e Venditti continua a dire che il nuovo annullamento è "l'ulteriore dimostrazione della totale illegittimità ed arbitrarietà dei provvedimenti e delle accuse nei miei confronti".
Il tribunale del Riesame ha ritrovato un errore di forma nel decreto del sequestro, che è stato annullato. Ma il caso non si chiude qui, perché la Procura di Brescia è riuscita a presentare un altro decreto di perquisizione e contestuale sequestro, che colpisce solo Venditti.
Il tribunale ha ordinato la restituzione "di tutti i beni sequestrati" da cellulari, computer, hard disk e altro materiale informatico. La decisione è stata datata 8 ottobre scorso. Il caso di Garlasco è ancora aperto, ma Venditti risulta indagato per corruzione in atti giudiziari.
Il sequestro era scattato su ordine della Procura di Brescia e si riferiva agli affidamenti avuti da Mazza e Venditti. Secondo i pm, gli indagati avrebbero beneficiato di varie utilità, tra cui pranzi presso il ristorante Lino e vendita di auto a prezzo inferiore a quello di mercato.
Tutto questo "a fronte del compimento di atti contrari ai doveri d'ufficio". Sotto la lente della Procura sono finiti "l'affidamento pressoché esclusivo a Esitel del noleggio degli apparati di intercettazione" e "l'affidamento esclusivo a Cr Service del noleggio di autovetture in misura incongrua rispetto alle esigenze investigative e destinate ad uso privato non inerente alle attività di indagine".
Venditti, infatti, nel 2017 aveva archiviato la prima indagine su Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi. Per l'omicidio della 26enne, avvenuto il 13 agosto 2007, è stato condannato in via definitiva il fidanzato Alberto Stasi.
L'accusa di corruzione è alimentata da due elementi: un appunto a penna su un bloc notes "Venditti / gip archivia X 20-30 euro" con la data "febbraio 2016" che avrebbe la grafia di Giuseppe Sempio, padre di Andrea. E un'intercettazione ambientale di una conversazione tra Sempio e suo padre Giuseppe, captata a bordo dell'auto dell'indagato il 9 febbraio 2017.
"Comunque ha detto che ti chiederà le cose che sono state depositate. Non è che...", diceva il padre; "Sì lo so", rispondeva il figlio. "Massimo", proseguiva Giuseppe Sempio, "se ti infila dentro qualche domanda che non... dici: guardi io non mi ricordo, son passati dieci anni...".
Venditti ha dichiarato di essere stato colpito da un atto di calunnia e ha chiesto al pubblico ministero di fare l'esame dei fatti. Il caso del sequestro è ancora in corso e Venditti continua a dire che il nuovo annullamento è "l'ulteriore dimostrazione della totale illegittimità ed arbitrarietà dei provvedimenti e delle accuse nei miei confronti".