VoceDiModena
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Il Black Friday è arrivato e con lui, una nuova offerta di Amazon: Haul. Una sezione separata ma integrata nel suo ecosistema, pensata per acquistare articoli economici, spesso di fascia entry-level, con consegne più lente ma con le garanzie a cui gli utenti sono abituati.
Haul è una mossa tattica, non semplicemente commerciale. Un incentivo pensato per spingere a "provare" la piattaforma, verificandone la meccanica e l'esperienza d'uso. Lo sconto è utilizzabile una sola volta per account, non è cumulabile con altre offerte ed è valido solo su articoli idonei.
Ma il vantaggio di Haul sta in questo: promette qualcosa che finora sembrava difficile conciliare: prezzi molto bassi con le tutele tipiche di Amazon. Politica dei resi chiara, assistenza clienti reattiva, pagamenti sicuri, gestione del rimborso collaudata.
Il modello è quello dei grandi operatori orientali: meno passaggi logistici, più margine sul prezzo finale. Eppure, c'è una contraddizione implicita. Il low cost è spesso sinonimo di quantità, non di durata. E la questione della sostenibilità entra in gioco: più prodotti economici significa, potenzialmente, più scarti, più resi, più movimentazione.
Amazon ha osservato questo fenomeno e ha capito che la risposta non poteva essere esclusivamente nella rapidità o nella qualità della consegna - ambiti in cui era già ampiamente avante - ma nella percezione di accessibilità. Haul nasce quindi come un segmento competitivo e difensivo allo stesso tempo: impedire che le nuove generazioni identifichino l'idea del "risparmio veloce" con piattaforme esterne.
Ecco perché Temu e Shein sono coinvolti in questa partita. Hanno normalizzato l'idea che comprare un oggetto da pochi euro, anche senza reale necessità, sia un gesto quasi neutro, ripetibile, leggero. Un comportamento d'acquisto più vicino al gesto di scorrere un feed che a quello di preparare una lista della spesa.
Haul è un ponte tra la convenienza immediata e la sostenibilità. Ma come funziona? E come si relaziona con le altre piattaforme?
Haul è una mossa tattica, non semplicemente commerciale. Un incentivo pensato per spingere a "provare" la piattaforma, verificandone la meccanica e l'esperienza d'uso. Lo sconto è utilizzabile una sola volta per account, non è cumulabile con altre offerte ed è valido solo su articoli idonei.
Ma il vantaggio di Haul sta in questo: promette qualcosa che finora sembrava difficile conciliare: prezzi molto bassi con le tutele tipiche di Amazon. Politica dei resi chiara, assistenza clienti reattiva, pagamenti sicuri, gestione del rimborso collaudata.
Il modello è quello dei grandi operatori orientali: meno passaggi logistici, più margine sul prezzo finale. Eppure, c'è una contraddizione implicita. Il low cost è spesso sinonimo di quantità, non di durata. E la questione della sostenibilità entra in gioco: più prodotti economici significa, potenzialmente, più scarti, più resi, più movimentazione.
Amazon ha osservato questo fenomeno e ha capito che la risposta non poteva essere esclusivamente nella rapidità o nella qualità della consegna - ambiti in cui era già ampiamente avante - ma nella percezione di accessibilità. Haul nasce quindi come un segmento competitivo e difensivo allo stesso tempo: impedire che le nuove generazioni identifichino l'idea del "risparmio veloce" con piattaforme esterne.
Ecco perché Temu e Shein sono coinvolti in questa partita. Hanno normalizzato l'idea che comprare un oggetto da pochi euro, anche senza reale necessità, sia un gesto quasi neutro, ripetibile, leggero. Un comportamento d'acquisto più vicino al gesto di scorrere un feed che a quello di preparare una lista della spesa.
Haul è un ponte tra la convenienza immediata e la sostenibilità. Ma come funziona? E come si relaziona con le altre piattaforme?