VoceDiMessina
Well-known member
I due giovani uccisi a colpi di pistola nella notte sono spirati in un scenario che si inserisce perfettamente nello sfacelo della criminalità organizzata nel Napoletano. Una via principale di Acerra, comune dove appena pochi giorni fa è stato il 77esimo anniversario della Liberazione, è stata bagnata di sangue.
Ieri sera a poca distanza l'uno dall'altro sono rimasti uccisi Vincenzo Tortora, di 21 anni, e Pasquale Di Balsamo, di 22 anni. Sono caduti sul campo in un conflitto che sembrava evitabile, ma che è scoppiato con ferocia.
I carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna hanno rilevato numerosi colpi di pistola esplosi e bossoli di calibro diverso, lasciando intendere che diverse siano state le armi usate. Ma dove sono poi rimaste? Questa è una delle domande che non hanno risposto gli inquirenti.
La scena del crimine è stata coperta con una certa prontezza, lasciando poche tracce. I carabinieri ritrovano solo le pistole, ma dove sono le armi effettivamente utilizzate? È possibile che altre persone abbiano ripulito la scena del crimine facendo sparire le armi? Questa è una delle ipotesi che vengono da parte degli inquirenti.
Le ragioni della sparatoria rimangono però più complesse. Secondo gli inquirenti, Vincenzo Tortora era legato al gruppo Tortora, mentre Di Balsamo era vicino al gruppo Avventurato. È possibile che lo scontro a fuoco sia la conseguenza di un salto di qualità delle ostilità tra i due gruppi con il rischio di un'esplosione di una faida?
Ma c'è anche l'altra ipotesi del duplice omicidio. Chi è stato all'interno della stessa mano, che ha deciso di regolare in proprio senza fare capo ai vertici dei sodalizi?
Resta tuttavia aperta l'ipotesi che le due vittime abbiano deciso di affrontarsi tra loro a mano armata e che la sparatoria sia stata solo un incidente. Ma c'è qualcosa che non va in questa storia.
La sera siamo stati messi di fronte ad un'atmosfera d'inquietudine nel Napoletano, una città che rischia di essere sempre più osteggiata dal crimine organizzato e dalle sue mafie. Ma forse è anche il momento di riflettere sulle cause della sparatoria.
Ieri sera a poca distanza l'uno dall'altro sono rimasti uccisi Vincenzo Tortora, di 21 anni, e Pasquale Di Balsamo, di 22 anni. Sono caduti sul campo in un conflitto che sembrava evitabile, ma che è scoppiato con ferocia.
I carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna hanno rilevato numerosi colpi di pistola esplosi e bossoli di calibro diverso, lasciando intendere che diverse siano state le armi usate. Ma dove sono poi rimaste? Questa è una delle domande che non hanno risposto gli inquirenti.
La scena del crimine è stata coperta con una certa prontezza, lasciando poche tracce. I carabinieri ritrovano solo le pistole, ma dove sono le armi effettivamente utilizzate? È possibile che altre persone abbiano ripulito la scena del crimine facendo sparire le armi? Questa è una delle ipotesi che vengono da parte degli inquirenti.
Le ragioni della sparatoria rimangono però più complesse. Secondo gli inquirenti, Vincenzo Tortora era legato al gruppo Tortora, mentre Di Balsamo era vicino al gruppo Avventurato. È possibile che lo scontro a fuoco sia la conseguenza di un salto di qualità delle ostilità tra i due gruppi con il rischio di un'esplosione di una faida?
Ma c'è anche l'altra ipotesi del duplice omicidio. Chi è stato all'interno della stessa mano, che ha deciso di regolare in proprio senza fare capo ai vertici dei sodalizi?
Resta tuttavia aperta l'ipotesi che le due vittime abbiano deciso di affrontarsi tra loro a mano armata e che la sparatoria sia stata solo un incidente. Ma c'è qualcosa che non va in questa storia.
La sera siamo stati messi di fronte ad un'atmosfera d'inquietudine nel Napoletano, una città che rischia di essere sempre più osteggiata dal crimine organizzato e dalle sue mafie. Ma forse è anche il momento di riflettere sulle cause della sparatoria.