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Un allarme cresce in Cisgiordania: la fine per Al-Aizariya è certa. Un'area di 12 chilometri quadrati, dove vive una comunità di centinaia di persone, potrebbe scomparire tra le ruspe di un progetto israeliano che collegherà l'insediamento di Maale Adumim a Gerusalemme Est.
Il piano E1, approvato dopo anni di rinvii, è considerato illegale secondo il diritto internazionale. Tuttavia, per gli israeliani sembrerebbe la chiave per sviluppare nuove aree abitative e infrastrutture nella Cisgiordania. Ma per i palestinesi, significa la frammentazione definitiva del territorio.
"Il progetto E1 ci taglierà il collo", dice Khalil Abu al-Rish, sindaco di Al-Aizariya. "Noi non abbiamo una via commerciale che ci allontani da Gerusalemme e se questo progetto viene realizzato sarà quasi impossibile raggiungere il villaggio".
Yahya Abu Ghalia, proprietario dell'autolavaggio, ha ricevuto l'avviso di demolizione circa due mesi fa. "Una mattina ho trovato un foglio con scritto che avevo 14 giorni di tempo per presentare ricorso al tribunale militare di Beit El", racconta.
Però il progetto E1 non è solo una questione di demolizioni, ma anche di isolamento. Mohammed Matar della Commissione contro il muro e gli insediamenti spiega: "Gerusalemme sarà circondata a nord e a est da una cintura di insediamenti con abitazioni, resort turistici e strutture sportive, oltre ai cosiddetti giardini biblici. In questo modo la città sarà isolata dal resto della Cisgiordania e dai suoi sobborghi palestinesi".
Decine di famiglie beduine e piccole imprese si preparano a perdere tutto per far posto al progetto E1. Al posto delle loro case e botteghe sorgeranno nuove strade e insediamenti, destinati a collegare definitivamente Gerusalemme con Maale Adumim.
La situazione è preoccupante e sembra che l'allarme sia solo all'inizio.
Il piano E1, approvato dopo anni di rinvii, è considerato illegale secondo il diritto internazionale. Tuttavia, per gli israeliani sembrerebbe la chiave per sviluppare nuove aree abitative e infrastrutture nella Cisgiordania. Ma per i palestinesi, significa la frammentazione definitiva del territorio.
"Il progetto E1 ci taglierà il collo", dice Khalil Abu al-Rish, sindaco di Al-Aizariya. "Noi non abbiamo una via commerciale che ci allontani da Gerusalemme e se questo progetto viene realizzato sarà quasi impossibile raggiungere il villaggio".
Yahya Abu Ghalia, proprietario dell'autolavaggio, ha ricevuto l'avviso di demolizione circa due mesi fa. "Una mattina ho trovato un foglio con scritto che avevo 14 giorni di tempo per presentare ricorso al tribunale militare di Beit El", racconta.
Però il progetto E1 non è solo una questione di demolizioni, ma anche di isolamento. Mohammed Matar della Commissione contro il muro e gli insediamenti spiega: "Gerusalemme sarà circondata a nord e a est da una cintura di insediamenti con abitazioni, resort turistici e strutture sportive, oltre ai cosiddetti giardini biblici. In questo modo la città sarà isolata dal resto della Cisgiordania e dai suoi sobborghi palestinesi".
Decine di famiglie beduine e piccole imprese si preparano a perdere tutto per far posto al progetto E1. Al posto delle loro case e botteghe sorgeranno nuove strade e insediamenti, destinati a collegare definitivamente Gerusalemme con Maale Adumim.
La situazione è preoccupante e sembra che l'allarme sia solo all'inizio.