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La Corte Suprema americana si è scagliata contro i patti di Trump: il futuro della cittadinanza per diritto di nascita resta sospeso. La sentenza emessa questa settimana, con una maggioranza di sei giudici su sette, ha sancito l'inizio della fine del potere dei giudici federali sulla questione dell'ius soli. Ma il presidente Trump ha promesso di continuare a lottare per i suoi patti, considerati un capolavoro economico.
Il governo di Trump aveva stabilito che gli immigrati di origine asiatica e afroamericana non avrebbero potuto ottenere la cittadinanza per diritto di nascita, limitando così lo ius soli. Una decisione che molti hanno considerato una scusa razziale. La Corte Suprema ha quindi stabilito di fissare un'audizione per esaminarla, ma con una sottile sfumatura: in realtà non ha messo in discussione l'interezza validità dei patti, ma solo il suo impatto sulla Costituzione.
Il governo di Trump aveva stabilito che gli immigrati di origine asiatica e afroamericana non avrebbero potuto ottenere la cittadinanza per diritto di nascita, limitando così lo ius soli. Una decisione che molti hanno considerato una scusa razziale. La Corte Suprema ha quindi stabilito di fissare un'audizione per esaminarla, ma con una sottile sfumatura: in realtà non ha messo in discussione l'interezza validità dei patti, ma solo il suo impatto sulla Costituzione.