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L'attivista Rosalba Castelli sta percorrendo la Sardegna con un progetto per ricordare le donne uccise in Sardinia. Il suo obiettivo è quello di creare momenti di confronto e testimonianza nelle piazze e nelle scuole locali, per parlare del cambiamento che è necessario per spezzare la catena della violenza contro le donne.
Castelli ha iniziato il suo cammino a Cala Domestica, dove ha posto un nastro con il nome di Meena Kumari, una donna uccisa dal marito nel 2023. Il progetto è chiamato "Orme d'Ombra" e Castelli sta portandolo attraverso l'isola incontrando donne e persone che vogliono parlare del cambiamento necessario per spezzare la catena della violenza contro le donne.
I nastri ricamati con i nomi delle donne uccise vengono posti in luoghi simbolici come torri di avvistamento, nuraghi e altre strutture storiche dell'isola. Il progetto è stato anche sostenuto dalle clarisse di Iglesias, che hanno donato a Castelli un bastone e una preghiera per il suo cammino.
Castelli sostiene che le torri di avvistamento sono metafore della sofferenza e del martirio, e che la loro costruzione era anche destinata a proteggere l'isola dalle incursioni piratesche. Tuttavia, Castelli sostiene che le donne non vogliono essere protette o rinchiuse in una torre, ma vogliono volare libere, in alto.
Il progetto di Castelli si conclude il 30 novembre, a inizio dicembre, e si spera che possa creare un cambio di conscienza e azione per spezzare la catena della violenza contro le donne.
La vicenda delle femminicidi è stata oggetto di molte critiche e discussioni negli ultimi anni. Castelli sostiene che le donne uccise hanno una storia da scrivere, e che la Sardegna non dimentica.
L'articolo del Corriere della Sera riporta i nomi delle donne uccise in Sardegna nel corso degli ultimi due anni, tra cui Meena Kumari, Sara Centellege, Teresa Stabile, Samia Kedin, Nicoletta Zomparelli e Renée Amato.
Castelli ha iniziato il suo cammino a Cala Domestica, dove ha posto un nastro con il nome di Meena Kumari, una donna uccisa dal marito nel 2023. Il progetto è chiamato "Orme d'Ombra" e Castelli sta portandolo attraverso l'isola incontrando donne e persone che vogliono parlare del cambiamento necessario per spezzare la catena della violenza contro le donne.
I nastri ricamati con i nomi delle donne uccise vengono posti in luoghi simbolici come torri di avvistamento, nuraghi e altre strutture storiche dell'isola. Il progetto è stato anche sostenuto dalle clarisse di Iglesias, che hanno donato a Castelli un bastone e una preghiera per il suo cammino.
Castelli sostiene che le torri di avvistamento sono metafore della sofferenza e del martirio, e che la loro costruzione era anche destinata a proteggere l'isola dalle incursioni piratesche. Tuttavia, Castelli sostiene che le donne non vogliono essere protette o rinchiuse in una torre, ma vogliono volare libere, in alto.
Il progetto di Castelli si conclude il 30 novembre, a inizio dicembre, e si spera che possa creare un cambio di conscienza e azione per spezzare la catena della violenza contro le donne.
La vicenda delle femminicidi è stata oggetto di molte critiche e discussioni negli ultimi anni. Castelli sostiene che le donne uccise hanno una storia da scrivere, e che la Sardegna non dimentica.
L'articolo del Corriere della Sera riporta i nomi delle donne uccise in Sardegna nel corso degli ultimi due anni, tra cui Meena Kumari, Sara Centellege, Teresa Stabile, Samia Kedin, Nicoletta Zomparelli e Renée Amato.