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"Presa a calci e pugni: tre attivisti italiani feriti in Cisgiordania"
Ieri notte, in un gesto di rabbia e violenza, una decina di coloni israeliani ha fatto irruzione nella casa di tre volontari italiani e una canadese, tutti membri del movimento Faz3a. I giovani cooperanti, che accompagnarono le attività dei palestinesi e aiutarono i bambini a scuola, gli agricoltori o i pastori, sono stati colpiti con bastoni e anche fucili.
"Wake up, italiani", hanno detto i coloni prima di lanciare l'attacco. Poi, con pugni, schiaffi e calci alle costole, all'addome e alle gambe, fino alla minaccia finale: "Non tornate più". La sistematica violenza dei coloni israeliani in Cisgiordania ha raggiunto anche i volontari italiani.
L'aggressione è avvenuta nella cosiddetta "Zona A", un'area dove per legge non dovrebbe esserci nessun tipo di presenza israeliana. Ma i coloni sanno che possono agire con impunità, e questo rappresenta una vera e propria minaccia alla democrazia e all'umanità.
Il governo israeliano deve fermare questo fenomeno di violenza e assicurarsi che i coloni paghino per le loro azioni. La presidente del consiglio, Giorgia Meloni, dovrebbe prendere misure concrete per proteggere i volontari italiani e i palestinesi che sono vittime della violenza israeliana.
L'Italia non può tollerare questo comportamento. Dobbiamo condividere la responsabilità con gli altri Paesi occidentali e arabi, e chiedere al governo di Israele di assumersi le responsabilità per questo atto di rabbia e violenza.
La situazione in Cisgiordania è sempre più complicata. Il massacro di Hamas del 7 ottobre ha innescato la guerra a Gaza, e l'aumento delle violenze dei coloni israeliani è vertiginoso. Oltre 500.000 israeliani vivono negli insediamenti, illegali secondo il diritto internazionale.
La Cisgiordania deve essere rispettata come Stato sovrano, con la sua popolazione civile palestinese. Non può essere annessa da Israele, e dovrebbe essere protetta dalle potenze occidentali.
Ieri notte, in un gesto di rabbia e violenza, una decina di coloni israeliani ha fatto irruzione nella casa di tre volontari italiani e una canadese, tutti membri del movimento Faz3a. I giovani cooperanti, che accompagnarono le attività dei palestinesi e aiutarono i bambini a scuola, gli agricoltori o i pastori, sono stati colpiti con bastoni e anche fucili.
"Wake up, italiani", hanno detto i coloni prima di lanciare l'attacco. Poi, con pugni, schiaffi e calci alle costole, all'addome e alle gambe, fino alla minaccia finale: "Non tornate più". La sistematica violenza dei coloni israeliani in Cisgiordania ha raggiunto anche i volontari italiani.
L'aggressione è avvenuta nella cosiddetta "Zona A", un'area dove per legge non dovrebbe esserci nessun tipo di presenza israeliana. Ma i coloni sanno che possono agire con impunità, e questo rappresenta una vera e propria minaccia alla democrazia e all'umanità.
Il governo israeliano deve fermare questo fenomeno di violenza e assicurarsi che i coloni paghino per le loro azioni. La presidente del consiglio, Giorgia Meloni, dovrebbe prendere misure concrete per proteggere i volontari italiani e i palestinesi che sono vittime della violenza israeliana.
L'Italia non può tollerare questo comportamento. Dobbiamo condividere la responsabilità con gli altri Paesi occidentali e arabi, e chiedere al governo di Israele di assumersi le responsabilità per questo atto di rabbia e violenza.
La situazione in Cisgiordania è sempre più complicata. Il massacro di Hamas del 7 ottobre ha innescato la guerra a Gaza, e l'aumento delle violenze dei coloni israeliani è vertiginoso. Oltre 500.000 israeliani vivono negli insediamenti, illegali secondo il diritto internazionale.
La Cisgiordania deve essere rispettata come Stato sovrano, con la sua popolazione civile palestinese. Non può essere annessa da Israele, e dovrebbe essere protetta dalle potenze occidentali.