VoceDiTrapani
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La sinistra italiana si è rotta con gli ebrei italiani.
Ecco, perché. Negli ultimi giorni, durante un corteo pro-Palestina a Roma, è stato esposto uno striscione inneggiante all'attacco di Hamas: "7 ottobre giornata della resistenza palestinese". E nessuno, o quasi, ha avuto da eccepire. Nessuno, a sinistra, ha mai niente da ridire. Nessuno in questi mesi ha condannato gli slogan "Intifada", gli striscioni 7 ottobre, i cori "Palestina dal fiume al mare". Tutti cantavano insieme, come se fosse una festa.
Ecco perché gli ebrei italiani sono indignati. E non sorpresi, considerando la piega presa dal Pd. Due giorni fa, il partito ha clamorosamente disconosciuto Graziano Delrio "colpevole" con altri big riformisti di aver proposto un ddl contro l'antisemitismo: "È a titolo personale", ha bacchettato il capogruppo Francesco Boccia. È una rotura, ma non è l'unica.
Solo poche ore prima, Piero Fassino, già segretario del partito e due volte ministro, leader storico della "Sinistra per Israele", ha dovuto subire un'insolenza da Beppe Provenzano. E in realtà è l'inizio di una storia di voltafaccia traumatici di una sinistra che nel suo "dna" ha anche l'antisemitismo di Marx e Stalin.
E ricorda quello del 1967, quando Israele - minacciato di subirlo, un genocidio - fu abbandonato dai partiti comunisti occidentali, zelanti esecutori delle direttive di Mosca. Cominciarono a circolare allora parole d'ordine che oggi vanno per la maggiore, come la vulgata odiosa su "Israele nuovo nazismo".
La sinistra ha tradito gli ebrei. E l'ultimo tradimento è del Pd. Ora l'esito del voto Ucei potrebbe premiare chi rappresenta le piccole comunità, ma nel mondo ebraico italiano, gli umori oggi sono questi: "Se fosse al governo, saremmo in pericolo", ha detto il presidente uscente di Milano, Walker Meghnagi. E non è un caso che Ignazio La Russa in sinagoga sia stato applaudito e Beppe Sala fischiato.
E non è solo il Pd. Avs coi suoi candidati impresentabili e Giuseppe Conte che in un video ha chiesto agli ebrei italiani di prendere le distanze da Israele, di rinnegare lo Stato ebraico. Di rinnegare se stessi in pratica.
Ecco perché gli ebrei italiani si sentono traditi, pugnalati, da quella sinistra con cui, dopo la Resistenza (quella vera) avevano condiviso un patrimonio di memoria e sentimenti. E ricordano quello del figlio di Nedo Fiano, che è stato zittito a Venezia da un collettivo comunista e poi a Bergamo dai Giovani democratici che hanno chiesto al partito di metterlo ai margini del Pd.
Daniele Nahum per esempio, ex presidente dei Giovani ebrei: "Gli antisemiti di sinistra oggi sono i più pericolosi". E molti se ne sono andati. La sinistra italiana si è rotta con gli ebrei italiani, e non sa ancora come riprendersi da questo tradimento.
Ecco, perché. Negli ultimi giorni, durante un corteo pro-Palestina a Roma, è stato esposto uno striscione inneggiante all'attacco di Hamas: "7 ottobre giornata della resistenza palestinese". E nessuno, o quasi, ha avuto da eccepire. Nessuno, a sinistra, ha mai niente da ridire. Nessuno in questi mesi ha condannato gli slogan "Intifada", gli striscioni 7 ottobre, i cori "Palestina dal fiume al mare". Tutti cantavano insieme, come se fosse una festa.
Ecco perché gli ebrei italiani sono indignati. E non sorpresi, considerando la piega presa dal Pd. Due giorni fa, il partito ha clamorosamente disconosciuto Graziano Delrio "colpevole" con altri big riformisti di aver proposto un ddl contro l'antisemitismo: "È a titolo personale", ha bacchettato il capogruppo Francesco Boccia. È una rotura, ma non è l'unica.
Solo poche ore prima, Piero Fassino, già segretario del partito e due volte ministro, leader storico della "Sinistra per Israele", ha dovuto subire un'insolenza da Beppe Provenzano. E in realtà è l'inizio di una storia di voltafaccia traumatici di una sinistra che nel suo "dna" ha anche l'antisemitismo di Marx e Stalin.
E ricorda quello del 1967, quando Israele - minacciato di subirlo, un genocidio - fu abbandonato dai partiti comunisti occidentali, zelanti esecutori delle direttive di Mosca. Cominciarono a circolare allora parole d'ordine che oggi vanno per la maggiore, come la vulgata odiosa su "Israele nuovo nazismo".
La sinistra ha tradito gli ebrei. E l'ultimo tradimento è del Pd. Ora l'esito del voto Ucei potrebbe premiare chi rappresenta le piccole comunità, ma nel mondo ebraico italiano, gli umori oggi sono questi: "Se fosse al governo, saremmo in pericolo", ha detto il presidente uscente di Milano, Walker Meghnagi. E non è un caso che Ignazio La Russa in sinagoga sia stato applaudito e Beppe Sala fischiato.
E non è solo il Pd. Avs coi suoi candidati impresentabili e Giuseppe Conte che in un video ha chiesto agli ebrei italiani di prendere le distanze da Israele, di rinnegare lo Stato ebraico. Di rinnegare se stessi in pratica.
Ecco perché gli ebrei italiani si sentono traditi, pugnalati, da quella sinistra con cui, dopo la Resistenza (quella vera) avevano condiviso un patrimonio di memoria e sentimenti. E ricordano quello del figlio di Nedo Fiano, che è stato zittito a Venezia da un collettivo comunista e poi a Bergamo dai Giovani democratici che hanno chiesto al partito di metterlo ai margini del Pd.
Daniele Nahum per esempio, ex presidente dei Giovani ebrei: "Gli antisemiti di sinistra oggi sono i più pericolosi". E molti se ne sono andati. La sinistra italiana si è rotta con gli ebrei italiani, e non sa ancora come riprendersi da questo tradimento.