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Un'altra vittima del "test del carrello", il famigerato test di sicurezza che sta mettendo alla prova le cassiere e i cassieri delle grandi catene, ha ricevuto una sospensione dal lavoro senza retribuzione. La lavoratrice di 36 anni, impiegata in un supermercato di Fornacette in provincia di Pisa, è stata licenziata per un errore minimo durante il test.
Il caso è stato denunciato dalla Filcams Cgil, che spiega che l'azienda ha deciso di comminare una sanzione pesantissima, mettendo la lavoratrice in una situazione di "spada di Damocle". La Federazione ha concesso la parola a Matteo Taccola, che commenta: "L'azienda vuole intimidire e mettere in paura i dipendenti. È un test che non serve a nulla e serve solo a punire chi commette un errore".
La lavoratrice sta valutando azioni legali in sua difesa, mentre il sindacato continua la mobilitazione regionale e nazionale contro questa pratica ritenuta lesiva dei lavoratori. Anna Piu e Massimiliano Ghimenti, segretari provinciali di Sinistra Italiana e consigliere regionali di Alleanza Verdi e Sinistra, dicono che il "test del carrello" è uno strumento punitivo che scarica le responsabilità sulle cassiere e sui cassieri, anziché affrontare le vere cause delle perdite aziendali. La dignità della lavoratrice non può essere trattata come una variabile di bilancio.
È un caso che conferma il clima ormai insostenibile in cui si muove l'azienda. Il "test del carrello" è uno strumento di sicurezza che serve solo a puniti i dipendenti, anziché garantire la sicurezza dei clienti e dei propri lavoratori. È tempo di mettere fine a questa pratica indegna e miope e di riprendere una politica di lavoro più umana e giusta.
Il caso è stato denunciato dalla Filcams Cgil, che spiega che l'azienda ha deciso di comminare una sanzione pesantissima, mettendo la lavoratrice in una situazione di "spada di Damocle". La Federazione ha concesso la parola a Matteo Taccola, che commenta: "L'azienda vuole intimidire e mettere in paura i dipendenti. È un test che non serve a nulla e serve solo a punire chi commette un errore".
La lavoratrice sta valutando azioni legali in sua difesa, mentre il sindacato continua la mobilitazione regionale e nazionale contro questa pratica ritenuta lesiva dei lavoratori. Anna Piu e Massimiliano Ghimenti, segretari provinciali di Sinistra Italiana e consigliere regionali di Alleanza Verdi e Sinistra, dicono che il "test del carrello" è uno strumento punitivo che scarica le responsabilità sulle cassiere e sui cassieri, anziché affrontare le vere cause delle perdite aziendali. La dignità della lavoratrice non può essere trattata come una variabile di bilancio.
È un caso che conferma il clima ormai insostenibile in cui si muove l'azienda. Il "test del carrello" è uno strumento di sicurezza che serve solo a puniti i dipendenti, anziché garantire la sicurezza dei clienti e dei propri lavoratori. È tempo di mettere fine a questa pratica indegna e miope e di riprendere una politica di lavoro più umana e giusta.