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L'antica filosofia indiana ci insegna che la vita è una ricerca continua di senso, significato e vocazione. Tre concetti millenari possono aiutarci a orientarci nella nostra esistenza: Svadharma, Shimei e Ikigai.
Svadharma, che significa "il proprio dharma", la propria via, rappresenta il dovere o la funzione che è autentica per l'individuo in base alla sua natura e al contesto in cui si trova. È l'azione che scaturisce dal contatto con la propria natura autentica e dal contesto in cui siamo inseriti, eseguita con integrità e senza attaccamento ai frutti. Non dobbiamo cadere nell'errore di pensare che Svadharma sia un concetto elevato ed astratto, ma è invece perfettamente integrato con la dimensione fisica, vitale, relazionale ed emotiva quotidiana.
Shimei, una parola giapponese che significa letteralmente "missione" o "scopo di vita", rappresenta il compito profondo che una persona è chiamata a realizzare nella vita. È l'orma del tuo passare, ciò che solo tu puoi fare, il tuo modo unico di toccare il mondo. Shimei indica il perduto senza senso, ma anche qualcosa che, se non lo onorassi, non ti farebbe sentire "a posto" con te stesso.
Ikigai, che significa "il valore del vivere" o "una ragione per vivere", rappresenta l'equilibrio tra quattro dimensioni: ciò che ami e ti dà gioia fare (passione), ciò in cui sei bravo (talento), ciò di cui il mondo ha bisogno (missione) e ciò per cui puoi essere pagato (professione). L'Ikigai cerca un equilibrio tra il proposito personale e le esigenze della comunità.
In un mondo privo di senso autentico, dove si attribuisce ragion d'essere persino alla guerra, all'inganno e alla sopraffazione, c'è sempre più fame di verità, di proposito e di vocazione che diano significato alla vita. Il compito e la sfida delle generazioni future sarà proprio quello di integrare lo Svadharma, lo Shimei e l'Ikigai nella vita quotidiana, nel lavoro, nelle relazioni e nella società.
Svadharma, che significa "il proprio dharma", la propria via, rappresenta il dovere o la funzione che è autentica per l'individuo in base alla sua natura e al contesto in cui si trova. È l'azione che scaturisce dal contatto con la propria natura autentica e dal contesto in cui siamo inseriti, eseguita con integrità e senza attaccamento ai frutti. Non dobbiamo cadere nell'errore di pensare che Svadharma sia un concetto elevato ed astratto, ma è invece perfettamente integrato con la dimensione fisica, vitale, relazionale ed emotiva quotidiana.
Shimei, una parola giapponese che significa letteralmente "missione" o "scopo di vita", rappresenta il compito profondo che una persona è chiamata a realizzare nella vita. È l'orma del tuo passare, ciò che solo tu puoi fare, il tuo modo unico di toccare il mondo. Shimei indica il perduto senza senso, ma anche qualcosa che, se non lo onorassi, non ti farebbe sentire "a posto" con te stesso.
Ikigai, che significa "il valore del vivere" o "una ragione per vivere", rappresenta l'equilibrio tra quattro dimensioni: ciò che ami e ti dà gioia fare (passione), ciò in cui sei bravo (talento), ciò di cui il mondo ha bisogno (missione) e ciò per cui puoi essere pagato (professione). L'Ikigai cerca un equilibrio tra il proposito personale e le esigenze della comunità.
In un mondo privo di senso autentico, dove si attribuisce ragion d'essere persino alla guerra, all'inganno e alla sopraffazione, c'è sempre più fame di verità, di proposito e di vocazione che diano significato alla vita. Il compito e la sfida delle generazioni future sarà proprio quello di integrare lo Svadharma, lo Shimei e l'Ikigai nella vita quotidiana, nel lavoro, nelle relazioni e nella società.