VoceDiNuoro
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L'Europa sta chiudendo la cerchia, aumentando le misure di sicurezza sui rimpatri e via libera agli hub. I 27 Stati membri hanno dato il loro consenso ai tre regolamenti che completano la riforma approvata nel 2024, che entra in vigore a metà anno. Tra i novità ci sono le norme sui Paesi terzi sicuri e sulla lista Ue dei Paesi di origine sicure.
Il modello Albania è stato sottoposto a un giro di vite che permetterà la creazione di 'return hub' all'estero, purché si rispecchino certi criteri di sicurezza per i migranti. Il ministro Piantedosi ha dichiarato che l'Italia ha giocato un ruolo importante nell'intesa e che è un risultato importante.
Il fondo di solidarietà per il 2026, proposto dalla Commissione Ue, sarà assegnato in base al rapporto stilato dall'esecutivo. L'Italia è tra i quattro Paesi che riceveranno solidarietà dagli altri Stati membri e potrà scegliere di ricollocare fisicamente una quota di migranti o contribuire con finanziamenti.
L'altro elemento chiave sono le norme sull'offset (o scorporo), che permetteranno ai Paesi di destinazione chiedere ai Paesi di primo approdo lo scorporo dei migranti presenti sul loro territorio. L'Italia ha stilato un'intesa con Germania e Francia secondo cui i migranti saranno scontati sino a giugno 2026.
Il Consiglio Ue ha convenuto che i seguenti Paesi dovrebbero essere designati come di origine sicuri: Bangladesh, Colombia, Egitto, India, Kosovo, Marocco e Tunisia. Nonché i Paesi candidati all'adesione all'Ue. Il commissario Brunner ha dichiarato che siamo a un punto di svolta nella gestione della migrazione.
Ma cosa c'è di più? La riforma approvata nel 2024 prevede anche una quota fissata per il fondo di solidarietà, che è stata ridotta a 21.000 migranti. L'Italia ha giocato un ruolo importante nella negoziazione della quota e si è detto satisfezzio del risultato.
Tuttavia, c'è ancora molto da fare. Le novità più rilevanti stanno nei tre regolamenti approvati dal Consiglio Ue che ora dovranno essere negoziati con il Parlamento per poter entrare in vigore. Il concetto di Paese terzo sicuro consente agli Stati membri di respingere una domanda di asilo in quanto irricevibile quando i richiedenti avrebbero potuto ottenere la protezione internazionale in un Paese terzo considerato sicuro per loro.
Il modello Albania è stato sottoposto a un giro di vite che permetterà la creazione di 'return hub' all'estero, purché si rispecchino certi criteri di sicurezza per i migranti. Il ministro Piantedosi ha dichiarato che l'Italia ha giocato un ruolo importante nell'intesa e che è un risultato importante.
Il fondo di solidarietà per il 2026, proposto dalla Commissione Ue, sarà assegnato in base al rapporto stilato dall'esecutivo. L'Italia è tra i quattro Paesi che riceveranno solidarietà dagli altri Stati membri e potrà scegliere di ricollocare fisicamente una quota di migranti o contribuire con finanziamenti.
L'altro elemento chiave sono le norme sull'offset (o scorporo), che permetteranno ai Paesi di destinazione chiedere ai Paesi di primo approdo lo scorporo dei migranti presenti sul loro territorio. L'Italia ha stilato un'intesa con Germania e Francia secondo cui i migranti saranno scontati sino a giugno 2026.
Il Consiglio Ue ha convenuto che i seguenti Paesi dovrebbero essere designati come di origine sicuri: Bangladesh, Colombia, Egitto, India, Kosovo, Marocco e Tunisia. Nonché i Paesi candidati all'adesione all'Ue. Il commissario Brunner ha dichiarato che siamo a un punto di svolta nella gestione della migrazione.
Ma cosa c'è di più? La riforma approvata nel 2024 prevede anche una quota fissata per il fondo di solidarietà, che è stata ridotta a 21.000 migranti. L'Italia ha giocato un ruolo importante nella negoziazione della quota e si è detto satisfezzio del risultato.
Tuttavia, c'è ancora molto da fare. Le novità più rilevanti stanno nei tre regolamenti approvati dal Consiglio Ue che ora dovranno essere negoziati con il Parlamento per poter entrare in vigore. Il concetto di Paese terzo sicuro consente agli Stati membri di respingere una domanda di asilo in quanto irricevibile quando i richiedenti avrebbero potuto ottenere la protezione internazionale in un Paese terzo considerato sicuro per loro.