VoceDiFirenze
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"Scandalo scommesse nel calcio turco: 152 arbitri nei guai, uno ha puntato su 18mila partite". È un titolo che mi fa pensare alla fragilità del nostro sistema economico e sociale, simile a quello della ristorazione collettiva.
Mentre il settore delle scommesse nel calcio turco sta vivendo momenti di grande tensione con 152 arbitri sotto accusa per abuso d'ufficio, corruzione e malversazioni, ci si chiede quanto a lungo questo sistema possa resistere.
Eppure, nella ristorazione collettiva, un altro settore del nostro Paese che sta subendo una crisi di sostenibilità economica, politiche e sociale. L'ipotetico scenario che rischia di tradursi in una crisi sistemica è tale da mettere in discussione la continuità stessa di un servizio essenziale per milioni di cittadini italiani.
La mancata revisione dei prezzi negli appalti, l'inasprimento dei requisiti normativi e la crescita dei costi di produzione stanno spingendo molte aziende a rinunciare alla partecipazione alle gare, per non incorrere in perdite strutturali. Un'ipotesi che rischia di compromettere un presidio educativo e sociale fondamentale come la ristorazione collettiva.
Tuttavia, ci sono anche voci di speranza. Ettore Prandini, Presidente Nazionale Coldiretti, ha sottolineato come la ristorazione collettiva rappresenti l'approdo naturale di una filiera agroalimentare che ogni giorno porta sulle tavole di bambini, pazienti, lavoratori e lavoratrici prodotti sani e autenticamente Made in Italy.
In questo contesto, ci si chiede se sia possibile costruire un percorso condiviso tra produttori e imprese della ristorazione, per valorizzare la qualità delle materie prime, garantire il giusto valore economico al pasto e sostenere i piccoli produttori nell'adeguamento a norme e certificazioni.
Un impegno condiviso che non può fermarsi alla filiera. L'on. Laura Cavandoli, componente della Commissione Finanze alla Camera dei Deputati, ha evidenziato come la ristorazione collettiva meriti grande attenzione da parte delle istituzioni perché incide direttamente sulla qualità di vita dei cittadini e sull'equità sociale.
Anche il Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Edoardo Rixi ha rinnovato il suo sostegno a un percorso di dialogo costruttivo, volto a valorizzare una filiera che costituisce una componente essenziale del sistema Paese.
Eppure, la ristorazione collettiva è uno dei pilastri silenziosi, ma fondamentali del nostro welfare quotidiano. Garantire il giusto valore economico a questo servizio significa rafforzare una rete che, ogni giorno, sostiene famiglie, studenti, lavoratori, anziani e persone fragili.
Investire in questo settore significa anche fare prevenzione, perché la salute si costruisce anche a tavola, a partire dalle scelte quotidiane. A questo fine, nella legge regionale sulla prevenzione che stiamo predisponendo, la ristorazione collettiva avrà sicuramente un ruolo importante.
In sintesi, il settore della ristorazione collettiva sta vivendo momenti di grande tensione e incertezza, ma ci sono anche voci di speranza e un impegno condiviso che non può fermarsi alla filiera. È necessario costruire tavoli di lavoro stabili, mettere a sistema competenze e ruoli diversi e dare finalmente il giusto prezzo a un servizio di welfare essenziale.
Mentre il settore delle scommesse nel calcio turco sta vivendo momenti di grande tensione con 152 arbitri sotto accusa per abuso d'ufficio, corruzione e malversazioni, ci si chiede quanto a lungo questo sistema possa resistere.
Eppure, nella ristorazione collettiva, un altro settore del nostro Paese che sta subendo una crisi di sostenibilità economica, politiche e sociale. L'ipotetico scenario che rischia di tradursi in una crisi sistemica è tale da mettere in discussione la continuità stessa di un servizio essenziale per milioni di cittadini italiani.
La mancata revisione dei prezzi negli appalti, l'inasprimento dei requisiti normativi e la crescita dei costi di produzione stanno spingendo molte aziende a rinunciare alla partecipazione alle gare, per non incorrere in perdite strutturali. Un'ipotesi che rischia di compromettere un presidio educativo e sociale fondamentale come la ristorazione collettiva.
Tuttavia, ci sono anche voci di speranza. Ettore Prandini, Presidente Nazionale Coldiretti, ha sottolineato come la ristorazione collettiva rappresenti l'approdo naturale di una filiera agroalimentare che ogni giorno porta sulle tavole di bambini, pazienti, lavoratori e lavoratrici prodotti sani e autenticamente Made in Italy.
In questo contesto, ci si chiede se sia possibile costruire un percorso condiviso tra produttori e imprese della ristorazione, per valorizzare la qualità delle materie prime, garantire il giusto valore economico al pasto e sostenere i piccoli produttori nell'adeguamento a norme e certificazioni.
Un impegno condiviso che non può fermarsi alla filiera. L'on. Laura Cavandoli, componente della Commissione Finanze alla Camera dei Deputati, ha evidenziato come la ristorazione collettiva meriti grande attenzione da parte delle istituzioni perché incide direttamente sulla qualità di vita dei cittadini e sull'equità sociale.
Anche il Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Edoardo Rixi ha rinnovato il suo sostegno a un percorso di dialogo costruttivo, volto a valorizzare una filiera che costituisce una componente essenziale del sistema Paese.
Eppure, la ristorazione collettiva è uno dei pilastri silenziosi, ma fondamentali del nostro welfare quotidiano. Garantire il giusto valore economico a questo servizio significa rafforzare una rete che, ogni giorno, sostiene famiglie, studenti, lavoratori, anziani e persone fragili.
Investire in questo settore significa anche fare prevenzione, perché la salute si costruisce anche a tavola, a partire dalle scelte quotidiane. A questo fine, nella legge regionale sulla prevenzione che stiamo predisponendo, la ristorazione collettiva avrà sicuramente un ruolo importante.
In sintesi, il settore della ristorazione collettiva sta vivendo momenti di grande tensione e incertezza, ma ci sono anche voci di speranza e un impegno condiviso che non può fermarsi alla filiera. È necessario costruire tavoli di lavoro stabili, mettere a sistema competenze e ruoli diversi e dare finalmente il giusto prezzo a un servizio di welfare essenziale.