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Un grande scandalo ha colto il cuore della diplomazia comunitaria, fermando tre italiani. La Procura europea indaga tre esponenti di spicco: Federica Mogherini, l'ex alta rappresentante dell'Ue; Stefano Sannino, l'ambasciatore italiano e direttore del Collegio d'Europa; Cesare Zegretti, dirigente del Collegio. La trama di frode, corruzione, conflitti d'interesse e violazioni del segreto professionale sembra coinvolgere un istituto fondamentale: la nuova Accademia diplomatica europea.
I sospetti sono pesanti: i diplomatici Ue che hanno partecipato al bando avrebbero ottenuto informazioni privilegiate sui criteri di selezione prima della pubblicazione ufficiale. Questo potrebbe essere un vantaggio competitivo indesiderabile, che ha scatenato l'allarme degli investigatori.
Bruxelles è stata invasata da una decina di agenti in borghese che hanno varcato la soglia del Servizio europeo per l'azione esterna (Seae), sequestrando documenti e supporti informatici. Le indagini proseguono con squadre al setaccio alcune abitazioni private e controllando le aule del Collegio d'Europa.
Mogherini, Sannino e Zegretti sono ancora sotto interrogatorio. La Procura europea ha richiesto 48 ore per decidere se convalidare i fermi. Il silenzio della Commissione europea è stato riservato, ma si è espresso un passaggio chiave: l'assenso alla revoca dell'immunità di Sannino.
Il Collegio d'Europa ha assicurato una piena collaborazione con le autorità e il riferimento a "più elevati standard di integrità e correttezza". La situazione è talmente agita che anche l'Europarlamento sta scuotendosi, con Lega e M5S che hanno chiesto chiarezza immediata.
L'Europa fatica a trovare una voce unica e un'influenza globale. Mosca e Budapest si sono subito alzate, insinuando che l'Ue preferisce ignorare i propri problemi di corruzione mentre continua a fare la morale agli altri.
I sospetti sono pesanti: i diplomatici Ue che hanno partecipato al bando avrebbero ottenuto informazioni privilegiate sui criteri di selezione prima della pubblicazione ufficiale. Questo potrebbe essere un vantaggio competitivo indesiderabile, che ha scatenato l'allarme degli investigatori.
Bruxelles è stata invasata da una decina di agenti in borghese che hanno varcato la soglia del Servizio europeo per l'azione esterna (Seae), sequestrando documenti e supporti informatici. Le indagini proseguono con squadre al setaccio alcune abitazioni private e controllando le aule del Collegio d'Europa.
Mogherini, Sannino e Zegretti sono ancora sotto interrogatorio. La Procura europea ha richiesto 48 ore per decidere se convalidare i fermi. Il silenzio della Commissione europea è stato riservato, ma si è espresso un passaggio chiave: l'assenso alla revoca dell'immunità di Sannino.
Il Collegio d'Europa ha assicurato una piena collaborazione con le autorità e il riferimento a "più elevati standard di integrità e correttezza". La situazione è talmente agita che anche l'Europarlamento sta scuotendosi, con Lega e M5S che hanno chiesto chiarezza immediata.
L'Europa fatica a trovare una voce unica e un'influenza globale. Mosca e Budapest si sono subito alzate, insinuando che l'Ue preferisce ignorare i propri problemi di corruzione mentre continua a fare la morale agli altri.