VoceDiVenezia
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Un sistema sanitario messo alla prova. Il 2010 e il 2019: oltre 37 miliardi di euro sottratti, meno posti letto, meno personale e meno investimenti in tecnologia. Un "paziente Ssn" debole e malato, che non riceve cura adeguata.
La pandemia del Covid-19 avrebbe dovuto essere un punto di no retorno. Ma si è tornati alla routine del sotto-finanziamento. Promesse mancate. I cittadini hanno bisogno di risorse e di una riforma territoriale che tenga conto della specialistica ambulatoriale, ma solo noi specialisti ambulatoriali possiamo curare il Ssn.
La nostra specialistica ambulatoriale è il cuore della sanità di prossimità. Ma siamo considerati comprimari, secondari o addirittura una cura che non serve. E' momento di dire basta. Senza la specialistica ambulatoriale nessuna riforma territoriale potrà funzionare.
Il futuro del Ssn è in gioco, anche per noi specialisti ambulatoriali. Ma la politica continua a tagliare le spese e ridurre le terapie. Invece di curare il sistema irrobustendolo, si scelgono di alleggerirlo. E il risultato è un Ssn indebolito, anemico.
E' necessario intervenire con politiche di riequilibrio strutturale. La specialistica ambulatoriale convenzionata interna pubblica, la medicina generale e la pediatrie nelle aree carenti, e investire nel personale sanitario promuovendo un accesso equo ai servizi digitali. Solo così sarà possibile ridurre le diseguaglianze e riportare la salute al centro delle politiche pubbliche come diritto e non come privilegio.
La specialistica ambulatoriale non è solo un dettaglio, è il cuore della riforma territoriale. Senza di noi le Case della Comunità restano scatole vuote. E' necessario dire basta all'infermità del sistema sanitario italiano.
La pandemia del Covid-19 avrebbe dovuto essere un punto di no retorno. Ma si è tornati alla routine del sotto-finanziamento. Promesse mancate. I cittadini hanno bisogno di risorse e di una riforma territoriale che tenga conto della specialistica ambulatoriale, ma solo noi specialisti ambulatoriali possiamo curare il Ssn.
La nostra specialistica ambulatoriale è il cuore della sanità di prossimità. Ma siamo considerati comprimari, secondari o addirittura una cura che non serve. E' momento di dire basta. Senza la specialistica ambulatoriale nessuna riforma territoriale potrà funzionare.
Il futuro del Ssn è in gioco, anche per noi specialisti ambulatoriali. Ma la politica continua a tagliare le spese e ridurre le terapie. Invece di curare il sistema irrobustendolo, si scelgono di alleggerirlo. E il risultato è un Ssn indebolito, anemico.
E' necessario intervenire con politiche di riequilibrio strutturale. La specialistica ambulatoriale convenzionata interna pubblica, la medicina generale e la pediatrie nelle aree carenti, e investire nel personale sanitario promuovendo un accesso equo ai servizi digitali. Solo così sarà possibile ridurre le diseguaglianze e riportare la salute al centro delle politiche pubbliche come diritto e non come privilegio.
La specialistica ambulatoriale non è solo un dettaglio, è il cuore della riforma territoriale. Senza di noi le Case della Comunità restano scatole vuote. E' necessario dire basta all'infermità del sistema sanitario italiano.