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La cartella Tari sta facendo la sua strada a Roma e i cittadini si stanno trovando in una situazione difficile. Mentre le famiglie che hanno pagato la tassa sui rifiuti sono libere da eventuali problemi, altre si ritrovano costrette a presentare istanze di autotutela per immobili che non esistono più o che hanno cambiato indirizzo senza essere informati.
Il caso di Manuela, una donna di via Anicio Gallo, è un esempio di come questa politica possa creare problemi. La sua palazzina venne edificata nel 1967 e all'epoca esisteva solo la via Anicio Gallo. Tuttavia, man mano che le nuove case venivano costruite, la strada si estese e la casa di Manuela cambiò indirizzo. Ma il problema non si fermò lì. La Ama (Azienda per le Utilizzazioni del Metropoli) ha inviato a Manuela una cartella Tari relativa al vecchio indirizzo, anche se la tassa è stata pagata con il nuovo indirizzo.
Un caso ancora più strano è quello di Gregorio F., un uomo che aveva una casetta nel 1984. L'immobile fu espropriato per costruire case popolari e oggi ne restano tutte ben esistenti, a differenza della sua casetta, che è diventata un casotto per gli attrezzi. L'Ama ha inviato a Gregorio una cartella Tari per un ammontare di 968 euro, ma il problema è che lui non ha più quella casetta.
Il problema principale qui c'è l'esigenza da parte dell'Ama di avere dati catastali aggiornati, un problema noto da tempo ma mai risolto. Questa gestione approssimativa e disorganizzata sta creando problemi ai cittadini, che si trovano disarmati e senza risorse per opporsi.
Da Fratelli d'Italia, il capogruppo Giovanni Quarzo chiede l'intervento del sindaco e degli assessori competenti per interrompere questo disservizio e porre rimedio a questa situazione disastrosa. La consigliera regionale Laura Corrotti dice che la soluzione è semplice: l'Ama deve avere i dati catastali aggiornati, un problema noto da tempo ma mai risolto.
Il caso di Manuela, una donna di via Anicio Gallo, è un esempio di come questa politica possa creare problemi. La sua palazzina venne edificata nel 1967 e all'epoca esisteva solo la via Anicio Gallo. Tuttavia, man mano che le nuove case venivano costruite, la strada si estese e la casa di Manuela cambiò indirizzo. Ma il problema non si fermò lì. La Ama (Azienda per le Utilizzazioni del Metropoli) ha inviato a Manuela una cartella Tari relativa al vecchio indirizzo, anche se la tassa è stata pagata con il nuovo indirizzo.
Un caso ancora più strano è quello di Gregorio F., un uomo che aveva una casetta nel 1984. L'immobile fu espropriato per costruire case popolari e oggi ne restano tutte ben esistenti, a differenza della sua casetta, che è diventata un casotto per gli attrezzi. L'Ama ha inviato a Gregorio una cartella Tari per un ammontare di 968 euro, ma il problema è che lui non ha più quella casetta.
Il problema principale qui c'è l'esigenza da parte dell'Ama di avere dati catastali aggiornati, un problema noto da tempo ma mai risolto. Questa gestione approssimativa e disorganizzata sta creando problemi ai cittadini, che si trovano disarmati e senza risorse per opporsi.
Da Fratelli d'Italia, il capogruppo Giovanni Quarzo chiede l'intervento del sindaco e degli assessori competenti per interrompere questo disservizio e porre rimedio a questa situazione disastrosa. La consigliera regionale Laura Corrotti dice che la soluzione è semplice: l'Ama deve avere i dati catastali aggiornati, un problema noto da tempo ma mai risolto.