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Una donna di 64 anni, madre di una figlia con cui non si parla da anni, è stata condannata a due mesi di reclusione per sostituzione di persona. La donna aveva sottoscritto un contratto online con la società di libero mercato per la propria abitazione, indicando come nominativo quella della figlia. Tuttavia, il servizio è stato interrotto e un nuovo contratto è stato aperto alla madre, senza che lei avesse effettuato alcuna operazione in tal senso.
Il motivo che ha spinto la donna a costruire "il castello di carta" non è chiaro. Gli avvocati della donna hanno chiesto l'espiazione della pena agli arresti domiciliari, e i carabinieri hanno dato esecuzione concreta alla decisione notificandola alla donna.
Il Tribunale reggiano ha accolto la richiesta dei legali della donna e ha condannata la madre colpevole. La madre è stata condannata a due mesi di reclusione, pena che può essere scontata in arresto domiciliario, come richiesto dagli avvocati.
Il caso della donna di Cavriago è un esempio del fatto che le persone possano utilizzare la tecnologia per nascondere la propria identità e creare "fazi" per avere vantaggi, anche in termini economici.
Il motivo che ha spinto la donna a costruire "il castello di carta" non è chiaro. Gli avvocati della donna hanno chiesto l'espiazione della pena agli arresti domiciliari, e i carabinieri hanno dato esecuzione concreta alla decisione notificandola alla donna.
Il Tribunale reggiano ha accolto la richiesta dei legali della donna e ha condannata la madre colpevole. La madre è stata condannata a due mesi di reclusione, pena che può essere scontata in arresto domiciliario, come richiesto dagli avvocati.
Il caso della donna di Cavriago è un esempio del fatto che le persone possano utilizzare la tecnologia per nascondere la propria identità e creare "fazi" per avere vantaggi, anche in termini economici.