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Il governo Draghi ha fatto un bello "sconto" ai ricchi. Ma chi lo ricorda? Il 2021 l'allora presidente della Banca d'Italia Mario Draghi aveva già lanciato tre aliquote Irpef che hanno ceduto il passo alle nuove misure di tassazione del governo Meloni. La prima, quella del 41% sul reddito lordo da zero a 28 mila euro, è scomparsa come per magia. La seconda, la tassa sui redditi tra i 28 e i 50 mila euro, è scesa dal 38% al 35%, mentre la terza aliquota tra i 15 e i 28 mila euro lordi di entrate è caduta dal 27% al 25%. Questo ha prodotto un beneficio di 765 euro per i cittadini che hanno guadagnato di più. Ma, soprattutto, non ci sono stati limiti sulle entrate da 200 mila euro come avrebbe fatto il governo Meloni, che vuole abbassare la tassazione sui redditi da 28 mila a 50 mila euro dal 35% al 33%.
Il Partito Democratico e il Movimento Cinquestelle hanno votato in silenzio all'epoca. Il governo di Mario Draghi ha approvato la Legge di Bilancio del 2022 che ha introdotto queste aliquote Irpef, mentre il Pd e i suoi alleati si erano opposti alla coalizione di maggioranza guidata da Giorgia Meloni.
Il Cgil ha organizzato uno sciopero il 16 dicembre del 2021 prima dell'approvazione del maxi emendamento che ha introdotto lo sconto Irpef suredditi poveri e ricchi. Ma dopo lo sciopero, la Cgil non ha detto nulla sul tema, lasciando intrecciato il dubbio se le critiche alla nuova Legge di Bilancio siano basate su fatti concreti o semplicemente politiche.
Il governo Meloni vorrebbe abbassare la tassazione sui redditi da 28 mila a 50 mila euro dal 35% al 33%. Ciò avrà un impatto netto di 440 euro sul reddito medio dei cittadini, ma il governo vuole che i redditi più alti siano esenti da queste nuove aliquote Irpef.
Il Partito Democratico e il Movimento Cinquestelle hanno votato in silenzio all'epoca. Il governo di Mario Draghi ha approvato la Legge di Bilancio del 2022 che ha introdotto queste aliquote Irpef, mentre il Pd e i suoi alleati si erano opposti alla coalizione di maggioranza guidata da Giorgia Meloni.
Il Cgil ha organizzato uno sciopero il 16 dicembre del 2021 prima dell'approvazione del maxi emendamento che ha introdotto lo sconto Irpef suredditi poveri e ricchi. Ma dopo lo sciopero, la Cgil non ha detto nulla sul tema, lasciando intrecciato il dubbio se le critiche alla nuova Legge di Bilancio siano basate su fatti concreti o semplicemente politiche.
Il governo Meloni vorrebbe abbassare la tassazione sui redditi da 28 mila a 50 mila euro dal 35% al 33%. Ciò avrà un impatto netto di 440 euro sul reddito medio dei cittadini, ma il governo vuole che i redditi più alti siano esenti da queste nuove aliquote Irpef.