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La stagione invernale nella regione italiana si sta rivelando ancora una volta deludente. Meno neve e ghiacciai, un quadro che non è molto diverso da quello degli anni precedenti. Il Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente ha registrato un deficit di nivometria del 20-40% in Piemonte, una regione che ha subito le conseguenze più gravi della carenza di neve.
Il numero di giorni con neve al suolo è notevolmente diminuito, soprattutto nei settori meridionali. Questo significa che la copertura nevosa è stata breve e soggetta a fusione completa a causa di temperature miti ed eventi di pioggia su neve.
La Valle d'Aosta non è stata immune alle conseguenze della carenza di neve. Le precipitazioni nevose sono state inferiori rispetto all'anno precedente, con forti differenze tra settori orientali e occidentali. I ghiacciai del Timorion e del Rutor hanno registrato un accumulo nevoso stagionale leggermente superiore alla media degli ultimi vent'anni, ma comunque inferiore ai valori eccezionali osservati nel 2023-2024.
In Lombardia, il rapporto registra un avvio tardivo e innevamento ridotto sia in termini di accumulo nivale che per quanto riguarda il volume di acqua di fusione a lento rilascio del periodo tardo-primaverile ed estivo. I mesi centrali dell'inverno, dicembre e parte di gennaio, sono stati caratterizzati da condizioni più miti e da un innalzamento della quota neve che ha limitato la persistenza del manto nevoso, soprattutto sotto i 1800-2000 metri.
Questo quadro non è molto diverso da quello degli anni precedenti. La stagione invernale nella regione italiana si sta rivelando ancora una volta deludente, con meno neve e ghiacciai che causano incidenti da valanga e danni alle infrastrutture. È necessario che le autorità locali adottino misure per mitigare gli effetti della carenza di neve e garantire la sicurezza delle persone e degli investimenti.
Il numero di giorni con neve al suolo è notevolmente diminuito, soprattutto nei settori meridionali. Questo significa che la copertura nevosa è stata breve e soggetta a fusione completa a causa di temperature miti ed eventi di pioggia su neve.
La Valle d'Aosta non è stata immune alle conseguenze della carenza di neve. Le precipitazioni nevose sono state inferiori rispetto all'anno precedente, con forti differenze tra settori orientali e occidentali. I ghiacciai del Timorion e del Rutor hanno registrato un accumulo nevoso stagionale leggermente superiore alla media degli ultimi vent'anni, ma comunque inferiore ai valori eccezionali osservati nel 2023-2024.
In Lombardia, il rapporto registra un avvio tardivo e innevamento ridotto sia in termini di accumulo nivale che per quanto riguarda il volume di acqua di fusione a lento rilascio del periodo tardo-primaverile ed estivo. I mesi centrali dell'inverno, dicembre e parte di gennaio, sono stati caratterizzati da condizioni più miti e da un innalzamento della quota neve che ha limitato la persistenza del manto nevoso, soprattutto sotto i 1800-2000 metri.
Questo quadro non è molto diverso da quello degli anni precedenti. La stagione invernale nella regione italiana si sta rivelando ancora una volta deludente, con meno neve e ghiacciai che causano incidenti da valanga e danni alle infrastrutture. È necessario che le autorità locali adottino misure per mitigare gli effetti della carenza di neve e garantire la sicurezza delle persone e degli investimenti.