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"Il Ponte sullo Stretto non è un cantiere, ma una Corte". Così sembra essere il messaggio che il Governo vuole trasmettere, mentre la Corte dei Conti nega il proprio placet al progetto. Ma qualcosa non va in questa storia? Il progetto di costruzione del Ponte sullo Stretto, un'opera simbolo dell'Italia, è stato fermato dalla Corte dei Conti per mancato rispetto delle regole. Ma perché? La risposta è semplice: la velocità senza controllo non è efficienza, ma superficialità.
Il Governo vuole accelerare i progetti, ma sembra dimenticare che anche le infrastrutture richiedono un controllo preventivo. Ecco quindi l'emergere della clausola dell'Interesse Pubblico Imperativo (IROPI), una strumento per aggirare vincoli ambientali e contabili. Ma questo è solo un paradosso, poiché la velocità senza controllo non porta certo all'efficienza.
La Corte dei Conti ha solo ricordato che i ponti non si costruiscono sui comunicati, ma sui progetti. Ecco quindi il dovere di mettere ordine nel pasticcio Autostrade. Ma mentre rimette mano al Ponte, il Governo dovrà anche assicurarsi che non si ripeta l'errore di questa volta.
In questo caso, la Corte dei Conti ha solo ricordato che la velocità senza controllo non è efficienza, ma superficialità. E che i ponti non si costruiscono sui comunicati, ma sui progetti. Il Ponte di Messina dovrebbe unire il Paese; la Corte dovrebbe tenerlo insieme per dare al mercato maggiore tranquillità.
Ma oggi rischiamo di perdere entrambi: il primo per impazienza, la seconda per miopia istituzionale. Perché in un' Italia che annuncia prima di studiare, clicca prima di leggere e firma prima di capire, anche i sogni finiscono tra le pieghe di un file dimenticato.
E la burocrazia, tra link e nuvole digitali, sembra aver perso non solo i documenti, ma anche la memoria del proprio dovere. Chi pensava che lo stop al Ponte potesse portare acqua al referendum sulla giustizia si deve ricredere: per il Governo rischia di diventare un karakiri.
In ogni caso, il messaggio è chiaro: il governo non può permettere che le istituzioni si scambino scuse per progetti. È necessario mettere ordine nel passato, prima possibile, e ricordarsi che i ponti non si costruiscono solo sui comunicati, ma sui progetti.
Ecco perché è fondamentale ricordare che la velocità senza controllo non è efficienza, ma superficialità. E che la burocrazia, tra link e nuvole digitali, sembra aver perso non solo i documenti, ma anche la memoria del proprio dovere. La Corte dei Conti ha solo ricordato che i ponti non si costruiscono sui comunicati, ma sui progetti.
Ecco perché è fondamentale riprendere il filo di logica che porta all'efficienza e alla responsabilità istituzionale. Il Governo non può permettere che le istituzioni si scambino scuse per progetti. È necessario mettere ordine nel passato, prima possibile.
Ecco perché è fondamentale ricordare che la velocità senza controllo non è efficienza, ma superficialità.
Il Governo vuole accelerare i progetti, ma sembra dimenticare che anche le infrastrutture richiedono un controllo preventivo. Ecco quindi l'emergere della clausola dell'Interesse Pubblico Imperativo (IROPI), una strumento per aggirare vincoli ambientali e contabili. Ma questo è solo un paradosso, poiché la velocità senza controllo non porta certo all'efficienza.
La Corte dei Conti ha solo ricordato che i ponti non si costruiscono sui comunicati, ma sui progetti. Ecco quindi il dovere di mettere ordine nel pasticcio Autostrade. Ma mentre rimette mano al Ponte, il Governo dovrà anche assicurarsi che non si ripeta l'errore di questa volta.
In questo caso, la Corte dei Conti ha solo ricordato che la velocità senza controllo non è efficienza, ma superficialità. E che i ponti non si costruiscono sui comunicati, ma sui progetti. Il Ponte di Messina dovrebbe unire il Paese; la Corte dovrebbe tenerlo insieme per dare al mercato maggiore tranquillità.
Ma oggi rischiamo di perdere entrambi: il primo per impazienza, la seconda per miopia istituzionale. Perché in un' Italia che annuncia prima di studiare, clicca prima di leggere e firma prima di capire, anche i sogni finiscono tra le pieghe di un file dimenticato.
E la burocrazia, tra link e nuvole digitali, sembra aver perso non solo i documenti, ma anche la memoria del proprio dovere. Chi pensava che lo stop al Ponte potesse portare acqua al referendum sulla giustizia si deve ricredere: per il Governo rischia di diventare un karakiri.
In ogni caso, il messaggio è chiaro: il governo non può permettere che le istituzioni si scambino scuse per progetti. È necessario mettere ordine nel passato, prima possibile, e ricordarsi che i ponti non si costruiscono solo sui comunicati, ma sui progetti.
Ecco perché è fondamentale ricordare che la velocità senza controllo non è efficienza, ma superficialità. E che la burocrazia, tra link e nuvole digitali, sembra aver perso non solo i documenti, ma anche la memoria del proprio dovere. La Corte dei Conti ha solo ricordato che i ponti non si costruiscono sui comunicati, ma sui progetti.
Ecco perché è fondamentale riprendere il filo di logica che porta all'efficienza e alla responsabilità istituzionale. Il Governo non può permettere che le istituzioni si scambino scuse per progetti. È necessario mettere ordine nel passato, prima possibile.
Ecco perché è fondamentale ricordare che la velocità senza controllo non è efficienza, ma superficialità.