VoceDiRoma
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La Italia si avvicina ai 70 anni di pensione, uno standard che sarà seguito da molti altri paesi dell'Ocse in pochi anni.
In un rapporto recente pubblicato dall'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse), viene evidenziata una tendenza comune in gran parte delle economie avanzate: lavorare più a lungo sarà, per molti, inevitabile.
Secondo l'analisi del rapporto, l'età media di uscita dal lavoro nei Paesi Ocse crescerà sensibilmente. Le generazioni che hanno iniziato la loro carriera nel 2024 andranno in pensione in media a 65,9 anni le donne e 66,4 anni gli uomini, contro i 63,9 e 64,7 anni di chi è andato in pensione nello stesso anno. Un balzo di quasi due anni che riflette l'impatto dell'allungamento della vita e la necessità di mantenere in equilibrio i sistemi previdenziali.
Il rapporto sottolinea inoltre che, in oltre metà dei Paesi membri, la legislazione già in vigore porterà a un aumento dell'età normale di pensionamento. Le soglie si attesteranno tra i 62 anni della Colombia (57 per le donne) e i 70 anni - o anche oltre - previsti per Danimarca, Estonia, Italia, Paesi Bassi e Svezia.
In questo contesto, l'Ocse prevede che la popolazione in età lavorativa diminuirà del 13% nei prossimi 40 anni e che il Pil pro capite diminuirà del 14% entro il 2060. Secondo il segretario generale dell'Ocse, Mathias Cormann, "I Paesi devono innalzare l'età pensionabile effettiva e ampliare le opportunità di lavoro per i lavoratori più anziani per migliorare la sostenibilità finanziaria dei sistemi pensionistici, garantire la sicurezza finanziaria in età avanzata e promuovere una forte crescita economica".
La questione della pensione è quindi diventata sempre più importante, non solo per gli individui, ma anche per l'economia intera. Come si può fare per sostenere i sistemi pensionistici e garantire la sicurezza finanziaria in età avanzata? Questo è il tema che dobbiamo affrontare insieme, come società e come governo, per assicurare un futuro migliore per tutti.
In un rapporto recente pubblicato dall'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse), viene evidenziata una tendenza comune in gran parte delle economie avanzate: lavorare più a lungo sarà, per molti, inevitabile.
Secondo l'analisi del rapporto, l'età media di uscita dal lavoro nei Paesi Ocse crescerà sensibilmente. Le generazioni che hanno iniziato la loro carriera nel 2024 andranno in pensione in media a 65,9 anni le donne e 66,4 anni gli uomini, contro i 63,9 e 64,7 anni di chi è andato in pensione nello stesso anno. Un balzo di quasi due anni che riflette l'impatto dell'allungamento della vita e la necessità di mantenere in equilibrio i sistemi previdenziali.
Il rapporto sottolinea inoltre che, in oltre metà dei Paesi membri, la legislazione già in vigore porterà a un aumento dell'età normale di pensionamento. Le soglie si attesteranno tra i 62 anni della Colombia (57 per le donne) e i 70 anni - o anche oltre - previsti per Danimarca, Estonia, Italia, Paesi Bassi e Svezia.
In questo contesto, l'Ocse prevede che la popolazione in età lavorativa diminuirà del 13% nei prossimi 40 anni e che il Pil pro capite diminuirà del 14% entro il 2060. Secondo il segretario generale dell'Ocse, Mathias Cormann, "I Paesi devono innalzare l'età pensionabile effettiva e ampliare le opportunità di lavoro per i lavoratori più anziani per migliorare la sostenibilità finanziaria dei sistemi pensionistici, garantire la sicurezza finanziaria in età avanzata e promuovere una forte crescita economica".
La questione della pensione è quindi diventata sempre più importante, non solo per gli individui, ma anche per l'economia intera. Come si può fare per sostenere i sistemi pensionistici e garantire la sicurezza finanziaria in età avanzata? Questo è il tema che dobbiamo affrontare insieme, come società e come governo, per assicurare un futuro migliore per tutti.