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La Russia spera di nuovo. La posizione degli Stati Uniti è sempre più vicina a quella di Mosca, con una buona pace dell'Ucraina e soprattutto dell'UE che sembra trovarsi stretta fra l'incudine e il martello. I leader cercano comunque di ritagliarsi un ruolo.
Oggi il presidente ucraino Volodymyr Zelensky incontrerà a Londra il cancelliere tedesco Fridrich Merz, il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro britannico Keir Starmer. Ma il Vecchio continente resta nel mirino degli Stati Uniti. Elon Musk ha rincarato la dose con l'Europa dopo le polemiche dei giorni scorsi sull'allontanamento americano, paragonandola sulla piattaforma X alla Germania nazista.
Sul campo di battaglia, l'avanzata del Cremlino continua, seppur a ritmo più blando di quanto voglia fare apparire. La Russia rivendica il controllo di altre due località ucraine nel Donetsk e nella regione di Kharkiv. Mosca non nasconde la soddisfazione per le posizioni degli Stati Uniti che sembrano più vicine alle sue che a quelle dell'UE.
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha detto chiaramente che la nuova strategia di sicurezza degli Stati Uniti è "in larga parte in linea con la visione della Russia". Secondo il diplomatico, l'amministrazione Trump si distingue dalle precedenti e dispone della forza politica necessaria per ridefinire il quadro strategico americano.
Ma non tutti sono d'accordo. Yuri Ushakov, consigliere del Presidente Vladimir Putin, ha ribadito che per arrivare a un accordo per la fine della guerra in Ucraina devono essere apportati "cambiamenti radicali" nei loro documenti. Anche Washington sembra voler concludere questa vicenda al più presto possibile.
Keith Kellogg, inviato per l'Ucraina di Donald Trump, ha definito la fine della guerra "davvero vicina". Secondo il diplomatico, i punti al centro del contendere sono la questione del futuro del Donbass e della centrale nucleare di Zaporizhzhia.
Ma nel mezzo di questa frattura fra gli Stati Uniti e l'UE, non c'è posto per Elon Musk. L'imprenditore ha dichiarato che l'UE dovrebbe "essere abolita e la sovranità tornare ai singoli Stati". Un giudizio che va letto alla luce della maxi multa da 120 milioni di dollari che Bruxelles ha inflitto al suo social X.
Oggi il presidente ucraino Volodymyr Zelensky incontrerà a Londra il cancelliere tedesco Fridrich Merz, il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro britannico Keir Starmer. Ma il Vecchio continente resta nel mirino degli Stati Uniti. Elon Musk ha rincarato la dose con l'Europa dopo le polemiche dei giorni scorsi sull'allontanamento americano, paragonandola sulla piattaforma X alla Germania nazista.
Sul campo di battaglia, l'avanzata del Cremlino continua, seppur a ritmo più blando di quanto voglia fare apparire. La Russia rivendica il controllo di altre due località ucraine nel Donetsk e nella regione di Kharkiv. Mosca non nasconde la soddisfazione per le posizioni degli Stati Uniti che sembrano più vicine alle sue che a quelle dell'UE.
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha detto chiaramente che la nuova strategia di sicurezza degli Stati Uniti è "in larga parte in linea con la visione della Russia". Secondo il diplomatico, l'amministrazione Trump si distingue dalle precedenti e dispone della forza politica necessaria per ridefinire il quadro strategico americano.
Ma non tutti sono d'accordo. Yuri Ushakov, consigliere del Presidente Vladimir Putin, ha ribadito che per arrivare a un accordo per la fine della guerra in Ucraina devono essere apportati "cambiamenti radicali" nei loro documenti. Anche Washington sembra voler concludere questa vicenda al più presto possibile.
Keith Kellogg, inviato per l'Ucraina di Donald Trump, ha definito la fine della guerra "davvero vicina". Secondo il diplomatico, i punti al centro del contendere sono la questione del futuro del Donbass e della centrale nucleare di Zaporizhzhia.
Ma nel mezzo di questa frattura fra gli Stati Uniti e l'UE, non c'è posto per Elon Musk. L'imprenditore ha dichiarato che l'UE dovrebbe "essere abolita e la sovranità tornare ai singoli Stati". Un giudizio che va letto alla luce della maxi multa da 120 milioni di dollari che Bruxelles ha inflitto al suo social X.