ParlamiOra
Well-known member
La situazione nel mondo dei medici è disperante, affermano i dati della recente sperimentazione del semestre valutativo. Il 44 per cento dei camici bianchi ha più di cinque decenni, il 20 supera i 65 anni, e la carenza di personaggi giovani si sta facendo sentire. Ma cosa c'è dietro a questo fenomeno?
Il problema è che dopo 20 anni, oltre 130mila medici sono partiti per lavorare all'estero, lasciando il Paese senza una vera filiera di formazione e selezione dei giovani medici. I test di verifica, introdotti per coprire le carenze della rete, hanno causato più disastro che beneficio. Solo il 10 per cento dei 53mila studenti che si sono presentati al test di medicina ha superato la prova.
Il problema è non solo numerico, ma anche strutturale. Il sistema formativo è in crisi e l'allentamento dei criteri ha alimentato il dubbio che il futuro della sanità pubblica sia sicuro. I nuovi medici non sono più motivati a lavorare nel Servizio Sanitario Nazionale.
L'esito dei test filtro di Medicina non solo rallenta la formazione di nuovi medici, ma anche perché quelli che arriveranno a fine percorso poi non andranno a lavorare negli ospedali pubblici. La situazione è dunque piuttosto disperante.
La carenza di condizioni per motivare i giovani medici a lavorare nel Servizio Sanitario Nazionale è un problema grave, che rischia di portare la sanità pubblica in crisi strutturale. Secondo Paolo Petralia, presidente vicario di Fiaso, "il 91,2 per cento dei medici ritiene che lavorare nel servizio sanitario nazionale sia diventato più difficile e stressante".
I dati emersi dalla recente sperimentazione sono dunque un messaggio chiaro: il futuro della sanità pubblica è minacciato. È essenziale che la formazione sia qualificata, ma anche finalizzata a costruire una vera filiera: dall'università al Servizio sanitario nazionale.
Il problema è che dopo 20 anni, oltre 130mila medici sono partiti per lavorare all'estero, lasciando il Paese senza una vera filiera di formazione e selezione dei giovani medici. I test di verifica, introdotti per coprire le carenze della rete, hanno causato più disastro che beneficio. Solo il 10 per cento dei 53mila studenti che si sono presentati al test di medicina ha superato la prova.
Il problema è non solo numerico, ma anche strutturale. Il sistema formativo è in crisi e l'allentamento dei criteri ha alimentato il dubbio che il futuro della sanità pubblica sia sicuro. I nuovi medici non sono più motivati a lavorare nel Servizio Sanitario Nazionale.
L'esito dei test filtro di Medicina non solo rallenta la formazione di nuovi medici, ma anche perché quelli che arriveranno a fine percorso poi non andranno a lavorare negli ospedali pubblici. La situazione è dunque piuttosto disperante.
La carenza di condizioni per motivare i giovani medici a lavorare nel Servizio Sanitario Nazionale è un problema grave, che rischia di portare la sanità pubblica in crisi strutturale. Secondo Paolo Petralia, presidente vicario di Fiaso, "il 91,2 per cento dei medici ritiene che lavorare nel servizio sanitario nazionale sia diventato più difficile e stressante".
I dati emersi dalla recente sperimentazione sono dunque un messaggio chiaro: il futuro della sanità pubblica è minacciato. È essenziale che la formazione sia qualificata, ma anche finalizzata a costruire una vera filiera: dall'università al Servizio sanitario nazionale.