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Maurizio Folini, 60 anni, è un maestro di sci e guida alpina originario della Valtellina. Tra i primi a intervenire in seguito alla tempesta di neve nella valle del Rolwaling ha guidato il recupero degli alpinisti sull'Himalaya, tra cui cinque italiani impegnati nell'ascesa delle vette himalayane. Il suo contributo è stato fondamentale per creare la rete di elisoccorso attualmente operativa in Nepal.
Il "pilota degli ottomila", come viene noto, è famoso per aver recuperato decine di alpinisti in difficoltà oltre i 7.000 metri. Tra le sue conquiste più alte ricordiamo l'elicottero che ha atterrato solo con un permesso speciale sotto il campo IV dell’Everest, a 7.800 metri di quota.
Folini, autore della specializzazione dei soccorsi estremi, racconta di aver iniziato la sua carriera come operatore da terra in Svizzera. Ha poi imparato le nuove tecniche di salvataggio, tra cui la longline, che ha contribuito a insegnare ai piloti nepalesi e agli sherpa che accompagnano le spedizioni.
Il suo primo incarico fu nel 1995 come operatore da terra in Svizzera. Dopo un periodo di formazione, si specializzò nei soccorsi estremi e cominciò ad utilizzare l'elicottero per recuperare gli alpinisti in difficoltà.
Folini racconta la sua vita in Nepal, dove trascorre la primavera e l'autunno. Tra le sue esperienze più significative ricordiamo il recupero di un alpinista spagnolo con una gamba rotta sul Dhaulagiri, dopo due giorni senza ossigeno. La storia non fu felice: il sole spagnolo morì, mentre l'italiano sopravvisse grazie allo sherpa che gli stava accanto.
Sulla stessa montagna, un'altra tragedia si verificò quando Folini recuperò una guida nepalese caduta in un crepaccio al campo II dell’Everest. Anche in questo caso il soccorritore morì, mentre l'italiano riuscì a portare la vittima in salvo.
Maurizio Folini è anche padre di due figli, tra cui la più giovane che ha avuto l'onore di seguirlo a Nepal per un trekking.
Il "pilota degli ottomila", come viene noto, è famoso per aver recuperato decine di alpinisti in difficoltà oltre i 7.000 metri. Tra le sue conquiste più alte ricordiamo l'elicottero che ha atterrato solo con un permesso speciale sotto il campo IV dell’Everest, a 7.800 metri di quota.
Folini, autore della specializzazione dei soccorsi estremi, racconta di aver iniziato la sua carriera come operatore da terra in Svizzera. Ha poi imparato le nuove tecniche di salvataggio, tra cui la longline, che ha contribuito a insegnare ai piloti nepalesi e agli sherpa che accompagnano le spedizioni.
Il suo primo incarico fu nel 1995 come operatore da terra in Svizzera. Dopo un periodo di formazione, si specializzò nei soccorsi estremi e cominciò ad utilizzare l'elicottero per recuperare gli alpinisti in difficoltà.
Folini racconta la sua vita in Nepal, dove trascorre la primavera e l'autunno. Tra le sue esperienze più significative ricordiamo il recupero di un alpinista spagnolo con una gamba rotta sul Dhaulagiri, dopo due giorni senza ossigeno. La storia non fu felice: il sole spagnolo morì, mentre l'italiano sopravvisse grazie allo sherpa che gli stava accanto.
Sulla stessa montagna, un'altra tragedia si verificò quando Folini recuperò una guida nepalese caduta in un crepaccio al campo II dell’Everest. Anche in questo caso il soccorritore morì, mentre l'italiano riuscì a portare la vittima in salvo.
Maurizio Folini è anche padre di due figli, tra cui la più giovane che ha avuto l'onore di seguirlo a Nepal per un trekking.