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Maurizio Fercioni, pittore e scenografo che ha segnato la storia del Teatro Franco Parenti, è scomparso a Milano ieri. Il suo corpo era stato trovato nella sua abitazione, dove era deceduto per una frattura al femore, male incurabile di cui soffriva da tempo.
Fercioni, che aveva 80 anni, era considerato il primo tatuatore d'Italia e aveva aperto il suo studio a Milano nel 1974. Il suo lavoro in questo campo lo aveva reso un'istituzione e molti artisti e attori del tempo si erano rivolti a lui per realizzare nuove opere di tatuaggio.
Inoltre, Fercioni era anche scenografo e costumista teatrale. Nel 1972, insieme ad Andrée Ruth Shammah, aveva creato con altri artisti il Salone Pierlombardo, uno spazio espositivo che divenne un importante punto di riferimento per la scena artistica milanese.
La sua morte è stata accolta con grande commozione dai colleghi e amici. "Questa è veramente una parte di me che se ne va", ha espresso Shammah sui social, adducendo come esempio il fatto che Fercioni aveva lavorato con Iazzetti, Gianni Valle e altri importanti artisti del tempo.
Fercioni era una persona cordiale e affascinante, che aveva lasciato un'impronta indelebile nella scena artistica milanese. La sua morte ci lascia un vuoto irrimedia, ma anche ricordi e storie da raccontare di un uomo che ha vissuto una vita piena di creatività e passione.
Fercioni, che aveva 80 anni, era considerato il primo tatuatore d'Italia e aveva aperto il suo studio a Milano nel 1974. Il suo lavoro in questo campo lo aveva reso un'istituzione e molti artisti e attori del tempo si erano rivolti a lui per realizzare nuove opere di tatuaggio.
Inoltre, Fercioni era anche scenografo e costumista teatrale. Nel 1972, insieme ad Andrée Ruth Shammah, aveva creato con altri artisti il Salone Pierlombardo, uno spazio espositivo che divenne un importante punto di riferimento per la scena artistica milanese.
La sua morte è stata accolta con grande commozione dai colleghi e amici. "Questa è veramente una parte di me che se ne va", ha espresso Shammah sui social, adducendo come esempio il fatto che Fercioni aveva lavorato con Iazzetti, Gianni Valle e altri importanti artisti del tempo.
Fercioni era una persona cordiale e affascinante, che aveva lasciato un'impronta indelebile nella scena artistica milanese. La sua morte ci lascia un vuoto irrimedia, ma anche ricordi e storie da raccontare di un uomo che ha vissuto una vita piena di creatività e passione.