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L'Europa è alle prese con la possibilità di sospendere parti della sua legislazione sull'intelligenza artificiale (Ai Act) a seguito delle pressioni esercitate dalle grandi aziende tecnologiche e dal governo statunitense. Questa mossa, che potrebbe portare a una sospensione dell'implementazione di alcune parti della legislazione, sarebbe il risultato di "un'intensa pressione" per mezzo del pacchetto di semplificazione che presenterà il 19 novembre.
La Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen stia valutando la possibilità di concedere alle aziende che non rispettano le norme sull'intelligenza artificiale un "periodo di grazia" di un anno per mettersi in regola con la nuova legislazione Ue. La deroga riguarderebbe in particolare i fornitori di sistemi di Ai generativa ad alto rischio già immessi sul mercato prima dell'entrata in vigore dell'Ai Act.
Secondo il portavoce della Commissione europea, Thomas Regnier, la decisione sarebbe parte della spinta a rendere l'Ue più competitiva rispetto ai Usa e Cina. La riflessione in corso a livello Ue consiste "nell'ascoltare le preoccupazioni della nostra industria, dare seguito alle diverse azioni che abbiamo intrapreso dall'inizio del mandato per ridurre l'onere amministrativo che grava sulle nostre aziende e sulle nostre startup e piccole e medie imprese".
Tuttavia, all'interno della Commissione le posizioni restano divise. Alcuni spingono per un aggiustamento tecnico, ritenendo necessario concedere maggiore flessibilità alle imprese per evitare che l'Europa resti indietro rispetto ai concorrenti globali. Dall'altro lato, chi teme che un rinvio, anche parziale, possa compromettere la credibilità politica dell'Unione proprio mentre Stati Uniti e Cina accelerano sulla regolamentazione dell'Ai.
La decisione attesa per novembre potrebbe chiarire se la "semplificazione" annunciata sarà soltanto un intervento di manutenzione o il segnale di un vero cambio di rotta strategico. La questione centrale sarebbe gli standard da adottare, non ancora pienamente elaborati dalle industrie, con l'obiettivo di assicurare che tutte le aziende interessate siano in grado di conformarsi entro il giorno di entrata in vigore della legge.
La situazione è particolarmente critica a seguito dell'annuncio del governo statunitense di presentare un pacchetto di semplificazione per la regolamentazione dell'Ai. Le grandi aziende tecnologiche come Meta e Alphabet hanno esercitato pressione sulle istituzioni europee per ridurre l'onere amministrativo e aumentare la flessibilità nelle norme sull'intelligenza artificiale.
La Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen stia valutando la possibilità di concedere alle aziende che non rispettano le norme sull'intelligenza artificiale un "periodo di grazia" di un anno per mettersi in regola con la nuova legislazione Ue. La deroga riguarderebbe in particolare i fornitori di sistemi di Ai generativa ad alto rischio già immessi sul mercato prima dell'entrata in vigore dell'Ai Act.
Secondo il portavoce della Commissione europea, Thomas Regnier, la decisione sarebbe parte della spinta a rendere l'Ue più competitiva rispetto ai Usa e Cina. La riflessione in corso a livello Ue consiste "nell'ascoltare le preoccupazioni della nostra industria, dare seguito alle diverse azioni che abbiamo intrapreso dall'inizio del mandato per ridurre l'onere amministrativo che grava sulle nostre aziende e sulle nostre startup e piccole e medie imprese".
Tuttavia, all'interno della Commissione le posizioni restano divise. Alcuni spingono per un aggiustamento tecnico, ritenendo necessario concedere maggiore flessibilità alle imprese per evitare che l'Europa resti indietro rispetto ai concorrenti globali. Dall'altro lato, chi teme che un rinvio, anche parziale, possa compromettere la credibilità politica dell'Unione proprio mentre Stati Uniti e Cina accelerano sulla regolamentazione dell'Ai.
La decisione attesa per novembre potrebbe chiarire se la "semplificazione" annunciata sarà soltanto un intervento di manutenzione o il segnale di un vero cambio di rotta strategico. La questione centrale sarebbe gli standard da adottare, non ancora pienamente elaborati dalle industrie, con l'obiettivo di assicurare che tutte le aziende interessate siano in grado di conformarsi entro il giorno di entrata in vigore della legge.
La situazione è particolarmente critica a seguito dell'annuncio del governo statunitense di presentare un pacchetto di semplificazione per la regolamentazione dell'Ai. Le grandi aziende tecnologiche come Meta e Alphabet hanno esercitato pressione sulle istituzioni europee per ridurre l'onere amministrativo e aumentare la flessibilità nelle norme sull'intelligenza artificiale.