PensieroComune
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Un testo finale anacronistico, soprattutto sul ruolo delle donne nella Chiesa e sui gay pride. È quello approvato dalla terza assemblea sinodale della Conferenza episcopale italiana con 781 voti favorevoli e 28 contrari su 809.
Il punto maggiormente contestato è quello che riguarda le diaconesse, una proposta che è tornata più volte durante il pontificato di Francesco, ma senza alcuna prospettiva concreta. Leone XIV, invece, è stato ancora più esplicito su questo aspetto, chiudendo subito definitivamente la porta a qualsiasi possibilità di ordinare donne diaconi. Non si comprende allora come questa proposta sia riemersa nel documento finale dell'assemblea sinodale della Cei.
Il tema dei gay pride è altrettanto controverso, con una proposta che ha generato l'equivoco abbastanza grave sullo sostenimento delle manifestazioni del Pride. Il regista del documento, monsignor Erio Castellucci, arcivescovo-abate di Modena-Nonantola, vescovo di Carpi e presidente del Comitato nazionale del cammino sinodale, ha spiegato che questo paragrafo è stato probabilmente "frainteso" dalle interpretazioni piuttosto aliene rispetto all'intenzione di chi ha redatto il testo.
Si tratta di un documenti che rischia di scontentare tutti, favorevoli e contrari. Il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei e arcivescovo di Bologna, ha spiegato che "una volta che questa assemblea sinodale ha congedato il testo con il suo voto, è ora compito dei pastori assumere tutto, individuare priorità, coinvolgere forze vecchie e nuove per dare corpo alle parole".
Il punto maggiormente contestato è quello che riguarda le diaconesse, una proposta che è tornata più volte durante il pontificato di Francesco, ma senza alcuna prospettiva concreta. Leone XIV, invece, è stato ancora più esplicito su questo aspetto, chiudendo subito definitivamente la porta a qualsiasi possibilità di ordinare donne diaconi. Non si comprende allora come questa proposta sia riemersa nel documento finale dell'assemblea sinodale della Cei.
Il tema dei gay pride è altrettanto controverso, con una proposta che ha generato l'equivoco abbastanza grave sullo sostenimento delle manifestazioni del Pride. Il regista del documento, monsignor Erio Castellucci, arcivescovo-abate di Modena-Nonantola, vescovo di Carpi e presidente del Comitato nazionale del cammino sinodale, ha spiegato che questo paragrafo è stato probabilmente "frainteso" dalle interpretazioni piuttosto aliene rispetto all'intenzione di chi ha redatto il testo.
Si tratta di un documenti che rischia di scontentare tutti, favorevoli e contrari. Il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei e arcivescovo di Bologna, ha spiegato che "una volta che questa assemblea sinodale ha congedato il testo con il suo voto, è ora compito dei pastori assumere tutto, individuare priorità, coinvolgere forze vecchie e nuove per dare corpo alle parole".