La patrimoniale, che nel centrosinistra non è mai stata un tema delicato. Se la sinistra ha sempre avuto l'occasione di proporre una tassa sui ricchi e sui superpatrimoni, è proprio in queste proposte a rispecchiare il loro grande e ampio disegno ideologico. Tuttavia, a questo proposito, ci sono due modi diversi di esprimere una tassazione. In Italia, la patrimoniale era stata introdotta nel 2008 con la legge finanziaria del governo Berlusconi, per poi essere abrogata dal governo Monti nel 2012. Questa misura era stata proposta dai bipartisani, che all'epoca sostenevano la necessità di aumentare le entrate statali e ridurre il debito pubblico.
La prospettiva del Pd ha invece un atteggiamento diverso. L'allora segretario Enrico Letta aveva promosso l'introduzione di una superpatrimoniale, una tassa sulle persone che hanno milioni a disposizione. La sua intenzione era quella di aumentare le entrate statali e ridurre la disuguaglianza economica. Tuttavia, questa proposta è stata accolta con scetticismo da parte dei bipartisani, che sostengono che una tassa sulle ricchezze possa creare effetti paradossali.
La patrimoniale è inoltre considerata un tallone d'Achille del centrosinistra. Da Rifondazione al Pd, ogni volta che viene proposta, scoppiano le liti. Questo è dovuto a diverse ragioni. In primo luogo, la patrimoniale rappresenta una misura che potrebbe essere percepita come una penalizzazione per chi ha più ricchezza, creando un effetto di disuguaglianza. In secondo luogo, la patrimoniale rappresenta una questione politica molto sensibile e può diventare un tema di dibattito acceso.
Inoltre, la patrimoniale è considerata il più fastidioso tallone d'Achille del centrosinistra nato col bipolarismo della Seconda Repubblica. Di là le forbici antifisco di Silvio Berlusconi, che nel 2008 hanno tagliato la versione più larga della patrimoniale all’italiana, e cioè la vecchia Ici sulla prima casa; di qua la litigiosità perenne tra la sinistra-sinistra che premeva per la patrimoniale e la sinistra-centro che si sgolava al grido né ora né mai.
Nel 2022, l’allora segretario Enrico Letta escogitò la mossa di una superpatrimoniale sulle tasse di successione dell’un per cento ultraricco del Paese finalizzata a fare una dote «di diecimila euro a tutti i diciottenni della generazione Covid». Questa proposta è stata accolta con scetticismo da parte dei bipartisani, che sostengono che una tassa sulle ricchezze possa creare effetti paradossali.
La patrimoniale è inoltre considerata un tema molto delicato. Lo sa benissimo Giuliano Amato, che per lenire le pene del dissesto finanziario e non sganciare ulteriormente la lira dal sistema monetario europeo, nel 1992 premette il tasto rosso su un prelievo forzoso dai conti correnti bancari e postali degli italiani provocando uno choc ancora oggi vissuto come un trauma.
La prospettiva del Pd ha invece un atteggiamento diverso. L'allora segretario Enrico Letta aveva promosso l'introduzione di una superpatrimoniale, una tassa sulle persone che hanno milioni a disposizione. La sua intenzione era quella di aumentare le entrate statali e ridurre la disuguaglianza economica. Tuttavia, questa proposta è stata accolta con scetticismo da parte dei bipartisani, che sostengono che una tassa sulle ricchezze possa creare effetti paradossali.
La patrimoniale è inoltre considerata un tallone d'Achille del centrosinistra. Da Rifondazione al Pd, ogni volta che viene proposta, scoppiano le liti. Questo è dovuto a diverse ragioni. In primo luogo, la patrimoniale rappresenta una misura che potrebbe essere percepita come una penalizzazione per chi ha più ricchezza, creando un effetto di disuguaglianza. In secondo luogo, la patrimoniale rappresenta una questione politica molto sensibile e può diventare un tema di dibattito acceso.
Inoltre, la patrimoniale è considerata il più fastidioso tallone d'Achille del centrosinistra nato col bipolarismo della Seconda Repubblica. Di là le forbici antifisco di Silvio Berlusconi, che nel 2008 hanno tagliato la versione più larga della patrimoniale all’italiana, e cioè la vecchia Ici sulla prima casa; di qua la litigiosità perenne tra la sinistra-sinistra che premeva per la patrimoniale e la sinistra-centro che si sgolava al grido né ora né mai.
Nel 2022, l’allora segretario Enrico Letta escogitò la mossa di una superpatrimoniale sulle tasse di successione dell’un per cento ultraricco del Paese finalizzata a fare una dote «di diecimila euro a tutti i diciottenni della generazione Covid». Questa proposta è stata accolta con scetticismo da parte dei bipartisani, che sostengono che una tassa sulle ricchezze possa creare effetti paradossali.
La patrimoniale è inoltre considerata un tema molto delicato. Lo sa benissimo Giuliano Amato, che per lenire le pene del dissesto finanziario e non sganciare ulteriormente la lira dal sistema monetario europeo, nel 1992 premette il tasto rosso su un prelievo forzoso dai conti correnti bancari e postali degli italiani provocando uno choc ancora oggi vissuto come un trauma.