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Anna Laura Braghetti, una delle figure più enigmatiche e controverse della storia italiana del terrorismo, è stata la compagna di Aldo Moro durante il suo sequestro. La sua vita, segnata da una serie di eventi drammatici e decisioni che hanno lasciato un'impronta indelebile sulla sua personalità.
Nel 1978, all'età di venticinque anni, Braghetti entrò a far parte delle Brigate Rosse, un gruppo di estremisti che si opponevano all'esercito e al governo italiano. La sua carriera di terrorista iniziò con attività legate alla Lotta Continua, un movimento di opposizione alla politica italiana del tempo.
Dopo essersi unita alle Brigate Rosse, Braghetti divenne una delle figure più vicine a Moro, il presidente della Democrazia Cristiana che fu sequestrato dalle Brigate Rosse nel 1979. La sua compagine era una figura centrale nella storia del terrorismo italiano e la sua identità è ancora oggi oggetto di dibattito tra storici e giornalisti.
La sua vita è stata segnata da una serie di momenti drammatici, tra cui l'omicidio di due agenti di polizia nel 1979 e l'assassinio del vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Vittorio Bachelet nel 1980. La sua condanna a morte fu commutata in 16 anni di carcere dopo aver dichiarato di essere prigioniera politica.
Dopo la sua liberazione dal carcere, Braghetti ha iniziato una nuova vita. Si è sposata con Germano Maccari, un altro membro delle Brigate Rosse, e ha avuto due figli. Ha anche iniziato a lavorare con l'Arci e con altre organizzazioni che si occupano di aiutare le persone con percorsi difficili alle spalle.
Tuttavia, la sua vita è ancora oggi segnata dalla sua storia come terrorista. Nel 2005 ha scritto un libro intitolato "Il prigioniero", in cui racconta la sua esperienza di terrorismo e il suo sequestro con Moro.
Nel 1978, all'età di venticinque anni, Braghetti entrò a far parte delle Brigate Rosse, un gruppo di estremisti che si opponevano all'esercito e al governo italiano. La sua carriera di terrorista iniziò con attività legate alla Lotta Continua, un movimento di opposizione alla politica italiana del tempo.
Dopo essersi unita alle Brigate Rosse, Braghetti divenne una delle figure più vicine a Moro, il presidente della Democrazia Cristiana che fu sequestrato dalle Brigate Rosse nel 1979. La sua compagine era una figura centrale nella storia del terrorismo italiano e la sua identità è ancora oggi oggetto di dibattito tra storici e giornalisti.
La sua vita è stata segnata da una serie di momenti drammatici, tra cui l'omicidio di due agenti di polizia nel 1979 e l'assassinio del vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Vittorio Bachelet nel 1980. La sua condanna a morte fu commutata in 16 anni di carcere dopo aver dichiarato di essere prigioniera politica.
Dopo la sua liberazione dal carcere, Braghetti ha iniziato una nuova vita. Si è sposata con Germano Maccari, un altro membro delle Brigate Rosse, e ha avuto due figli. Ha anche iniziato a lavorare con l'Arci e con altre organizzazioni che si occupano di aiutare le persone con percorsi difficili alle spalle.
Tuttavia, la sua vita è ancora oggi segnata dalla sua storia come terrorista. Nel 2005 ha scritto un libro intitolato "Il prigioniero", in cui racconta la sua esperienza di terrorismo e il suo sequestro con Moro.