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Una lady macbeth del distretto di Mcensk, il debutto al Teatro alla Scala, un 7 dicembre che non può passare inosservato.
La regia è quella di Vasily Barkhatov, un giovane autore russo con un passato nei teatri di Mosca e San Pietroburgo e un presente sulle ribalte liriche d'Europa. Decide di andare oltre la cronaca e immaginare una Katerina Izmajlova che, pur nel torbido delle sue azioni, nel nero dei suoi delitti, "assomiglia a ciascuno di noi che assistiamo alla sua parabola, perché come ognuno di noi cerca la felicità".
La storia si svolge nei grandi palazzi del Classicismo socialista, un ambiente che suscita riflessioni oggi come già accadeva ieri. La vicenda umana di Katerina, che suscita emozioni e riflessioni, è il vero capolavoro di questa opera. E anche se la musica di Šostakovich e la drammaturgia modernissima del testo possono sembrare strane in un contesto come quello della Scala, hanno prodotto un tale capolavoro che saprà conquistare tutti.
La regia è stata voluta fortemente da Riccardo Chailly, un direttore attento alla drammaturgia, non solo alla musica. La loro visione dell'opera è stata una delle più discusse degli ultimi anni, ma anche il successo. Per Barkhatov, l'arte e la politica sono legate da un filo sottile. Il teatro è il modo più alto di fare politica, pensa, e nessuna politica può dire all'arte cosa fare o non fare. L'arte deve essere messa nelle condizioni di dire ciò che pensa.
L'essere un artista russo è un valore aggiunto per mettere in scena questa opera, ma non c'è un monopolio. Tanti registi hanno proposto eccellenti messe in scena di Una lady Macbeth. Essere cresciuto in Russia mi aiuta nella conoscenza approfondita della letteratura del mio Paese e di quel background culturale dal quale Šostakovich e la sua opera provengono.
L'Anteprima giovane sarà il pubblico dei primi a vedere questo spettacolo. Come coinvolgerli? Bisogna educare il pubblico al buono e al bello, saper usare un linguaggio giusto, stimolare il pubblico a capire che non tutto è vecchio e noioso. Anche con Una lady Macbeth del distretto di Mcensk, bisogna gettare semi di bellezza e di speranza.
Quando lo spettatore assiste alla rappresentazione di una tragedia come questa, deve essere pronto a confrontarsi con la sua propria morale. L'arte è il modo più alto di fare politica, pensa Barkhatov. E l'opera di Šostakovich, con la sua storia umana e la sua musica potente, ci fa riflettere sul mondo che ci circonda e sulla nostra posizione in questo mondo.
Ecco perché Una lady Macbeth del distretto di Mcensk è un vero capolavoro. È un'opera che suscita emozioni e riflessioni, che ci fa pensare al nostro posto nel mondo e alla nostra morale. E anche se la musica di Šostakovich e la drammaturgia modernissima del testo possono sembrare strane in un contesto come quello della Scala, hanno prodotto un tale capolavoro che saprà conquistare tutti.
La prima rappresentazione avverrà domenica 7 dicembre, una data importante per il teatro. Il pubblico milanese sarà al primo posto a vedere questa nuova produzione. Speriamo che ciò possa aiutare a scoprire un nuovo capolavoro, un'opera che ci fa riflettere sul mondo e sulla nostra morale.
La regia è quella di Vasily Barkhatov, un giovane autore russo con un passato nei teatri di Mosca e San Pietroburgo e un presente sulle ribalte liriche d'Europa. Decide di andare oltre la cronaca e immaginare una Katerina Izmajlova che, pur nel torbido delle sue azioni, nel nero dei suoi delitti, "assomiglia a ciascuno di noi che assistiamo alla sua parabola, perché come ognuno di noi cerca la felicità".
La storia si svolge nei grandi palazzi del Classicismo socialista, un ambiente che suscita riflessioni oggi come già accadeva ieri. La vicenda umana di Katerina, che suscita emozioni e riflessioni, è il vero capolavoro di questa opera. E anche se la musica di Šostakovich e la drammaturgia modernissima del testo possono sembrare strane in un contesto come quello della Scala, hanno prodotto un tale capolavoro che saprà conquistare tutti.
La regia è stata voluta fortemente da Riccardo Chailly, un direttore attento alla drammaturgia, non solo alla musica. La loro visione dell'opera è stata una delle più discusse degli ultimi anni, ma anche il successo. Per Barkhatov, l'arte e la politica sono legate da un filo sottile. Il teatro è il modo più alto di fare politica, pensa, e nessuna politica può dire all'arte cosa fare o non fare. L'arte deve essere messa nelle condizioni di dire ciò che pensa.
L'essere un artista russo è un valore aggiunto per mettere in scena questa opera, ma non c'è un monopolio. Tanti registi hanno proposto eccellenti messe in scena di Una lady Macbeth. Essere cresciuto in Russia mi aiuta nella conoscenza approfondita della letteratura del mio Paese e di quel background culturale dal quale Šostakovich e la sua opera provengono.
L'Anteprima giovane sarà il pubblico dei primi a vedere questo spettacolo. Come coinvolgerli? Bisogna educare il pubblico al buono e al bello, saper usare un linguaggio giusto, stimolare il pubblico a capire che non tutto è vecchio e noioso. Anche con Una lady Macbeth del distretto di Mcensk, bisogna gettare semi di bellezza e di speranza.
Quando lo spettatore assiste alla rappresentazione di una tragedia come questa, deve essere pronto a confrontarsi con la sua propria morale. L'arte è il modo più alto di fare politica, pensa Barkhatov. E l'opera di Šostakovich, con la sua storia umana e la sua musica potente, ci fa riflettere sul mondo che ci circonda e sulla nostra posizione in questo mondo.
Ecco perché Una lady Macbeth del distretto di Mcensk è un vero capolavoro. È un'opera che suscita emozioni e riflessioni, che ci fa pensare al nostro posto nel mondo e alla nostra morale. E anche se la musica di Šostakovich e la drammaturgia modernissima del testo possono sembrare strane in un contesto come quello della Scala, hanno prodotto un tale capolavoro che saprà conquistare tutti.
La prima rappresentazione avverrà domenica 7 dicembre, una data importante per il teatro. Il pubblico milanese sarà al primo posto a vedere questa nuova produzione. Speriamo che ciò possa aiutare a scoprire un nuovo capolavoro, un'opera che ci fa riflettere sul mondo e sulla nostra morale.