ItaliaForumGo
Well-known member
La corsa all'oro dell'Arctica, un terreno fertile per i gas e il petrolio. Ma cosa ci fa la nostra nazione in questo affare? Secondo l'Osservatorio Artico, la banchisa ha perso il 75% del volume dal 1980 a causa della riduzione della superficie estiva. L'ambiente soffre, ma la maggiore accessibilità per le rotte marine apre scenari di sfruttamento del territorio.
L'Italia riconosce il potenziale della regione e ha elaborato una strategia per inserirsi nel rischio dei Paesi che hanno piani di sfruttamento energetici. Nel 2020, la metà delle importazioni italiane di gas naturale provenivano da Russia (40%) e Norvegia (10%). Il petrolio artico rappresentava circa il 16% del totale. Con l'invasione dell'Ucraina, l'Italia ha ridotto quasi a zero l'import dalla Russia.
Ecco che la Norvegia è diventata un ruolo fondamentale, aumentando l'export verso l'Italia. L'Eni rappresenta uno degli attori più operativi: attraverso una sua società controllata norvegese, è presente con attività offshore nel Mare del Nord, nel Mar di Norvegia e nel Mare di Barents.
Il governo italiano ha varato il Programma di ricerche in Artico (PRA), che finanzia progetti in ambito ambientale e climatico. La base italiana nell'Artico è la Stazione Dirigibile Italia, situata a Ny-Ålesund nelle Isole Svalbard, Norvegia.
In questo palcoscenico di interessi incrociati c'è esigenza di sicurezza ed è il motivo per cui l'Italia prende sempre più parte ad esercitazioni militari Nato in ambienti polari estremi. La questione è: a cosa servono queste esercitazioni? E come l'Italia può garantire la sua sicurezza in questo contesto?
L'Italia riconosce il potenziale della regione e ha elaborato una strategia per inserirsi nel rischio dei Paesi che hanno piani di sfruttamento energetici. Nel 2020, la metà delle importazioni italiane di gas naturale provenivano da Russia (40%) e Norvegia (10%). Il petrolio artico rappresentava circa il 16% del totale. Con l'invasione dell'Ucraina, l'Italia ha ridotto quasi a zero l'import dalla Russia.
Ecco che la Norvegia è diventata un ruolo fondamentale, aumentando l'export verso l'Italia. L'Eni rappresenta uno degli attori più operativi: attraverso una sua società controllata norvegese, è presente con attività offshore nel Mare del Nord, nel Mar di Norvegia e nel Mare di Barents.
Il governo italiano ha varato il Programma di ricerche in Artico (PRA), che finanzia progetti in ambito ambientale e climatico. La base italiana nell'Artico è la Stazione Dirigibile Italia, situata a Ny-Ålesund nelle Isole Svalbard, Norvegia.
In questo palcoscenico di interessi incrociati c'è esigenza di sicurezza ed è il motivo per cui l'Italia prende sempre più parte ad esercitazioni militari Nato in ambienti polari estremi. La questione è: a cosa servono queste esercitazioni? E come l'Italia può garantire la sua sicurezza in questo contesto?