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L'Italia è l'ospedale più grande e complesso d'Europa, ma anche uno dei meno efficienti. Secondo il rapporto dell'Agenas, sono 15 gli ospedali che hanno raggiunto un livello alto o molto alto in almeno sei aree cliniche valutate.
In Lombardia, le cinque strutture che si classificano tra le migliori sono l'Ospedale Bolognini, l'Ospedale Maggiore di Lodi, la Fondazione Poliambulanza, l'Ospedale Papa Giovanni XXIII e l'Istituto Clinico Humanitas Lombardia. Gli altri ospedali che si classificano tra le migliori sono in Veneto, Emilia Romagna, Umbria, Toscana, Marche, Campania e Piemonte.
Tuttavia, il rapporto dell'Agenas segnala criticità reali e ricorrenti in alcune aree della sanità. Una delle zone più sensibili è la gravidanza e il parto, dove oltre metà delle segnalazioni per audit riguardano ospedali dove i parti cesarei risultano troppo frequenti o non si rispettano gli standard raccomandati.
L'area cardiocircolatoria è anche sotto osservazione, con ritardi significativi nell'accesso a interventi salvavita come l'angioplastica. In situazioni in cui "il tempo è vita", ogni minuto conta e un ospedale che non garantisce la tempestività può mettere a rischio il paziente.
L'ortopedia per anziani, soprattutto quando si tratta di fratture fragili come quella del collo del femore in pazienti over 65, è anche un campo critico. La rapidità dell'intervento chirurgico è fondamentale per ridurre complicazioni, dolore e mortalità, ma secondo l'Agenas, la "tempestività" fatica a diventare regola.
Il rapporto dell'Agenas stimmerà che circa l'88% degli audit segnalati riguardano strutture con livelli molto bassi di aderenza agli standard di qualità. Un ulteriore 11% di casi in cui le anomalie riguardano la codifica delle informazioni cliniche, cioè quei documenti e quei dati che dovrebbero raccontare esattamente cosa è stato fatto, come e quando: ma se sono imprecisi o incompleti, non c'è trasparenza e diventa difficile anche analizzare e correggere eventuali errori.
Non tutta la sanità italiana è rappresentata come in difficoltà: alcune strutture, circa 15, hanno raggiunto un livello alto o molto alto in almeno 6 delle 8 aree cliniche valutate. Alcuni risultati sono incoraggianti anche sul fronte degli esiti. Aumentano gli interventi ortopedici entro 48 ore per fratture al femore negli over 65, e si registra una riduzione del ricorso ai parti cesarei rispetto a qualche anno fa.
Il quadro che emerge è quello di una sanità diversa da regione a regione, con alcuni centri di eccellenza, ben strutturati, organizzati e performanti, e molte strutture che invece arrancano, soprattutto in regioni meridionali o aree periferiche. Per il cittadino questo significa che l'esperienza in ospedale può variare drasticamente a seconda di dove ci si trova, dell'ospedale scelto, dell'urgenza o della patologia, si può usufruire di cure all'avanguardia oppure trovarsi di fronte a ritardi, inefficienze o standard sotto la soglia accettabile.
L'audit delle strutture dovrà seguire un percorso di revisione con Agenas e il ministero della Salute, per verificare aderenza agli standard di qualità, correggere le criticità e, si spera, garantire un'assistenza migliore.
In Lombardia, le cinque strutture che si classificano tra le migliori sono l'Ospedale Bolognini, l'Ospedale Maggiore di Lodi, la Fondazione Poliambulanza, l'Ospedale Papa Giovanni XXIII e l'Istituto Clinico Humanitas Lombardia. Gli altri ospedali che si classificano tra le migliori sono in Veneto, Emilia Romagna, Umbria, Toscana, Marche, Campania e Piemonte.
Tuttavia, il rapporto dell'Agenas segnala criticità reali e ricorrenti in alcune aree della sanità. Una delle zone più sensibili è la gravidanza e il parto, dove oltre metà delle segnalazioni per audit riguardano ospedali dove i parti cesarei risultano troppo frequenti o non si rispettano gli standard raccomandati.
L'area cardiocircolatoria è anche sotto osservazione, con ritardi significativi nell'accesso a interventi salvavita come l'angioplastica. In situazioni in cui "il tempo è vita", ogni minuto conta e un ospedale che non garantisce la tempestività può mettere a rischio il paziente.
L'ortopedia per anziani, soprattutto quando si tratta di fratture fragili come quella del collo del femore in pazienti over 65, è anche un campo critico. La rapidità dell'intervento chirurgico è fondamentale per ridurre complicazioni, dolore e mortalità, ma secondo l'Agenas, la "tempestività" fatica a diventare regola.
Il rapporto dell'Agenas stimmerà che circa l'88% degli audit segnalati riguardano strutture con livelli molto bassi di aderenza agli standard di qualità. Un ulteriore 11% di casi in cui le anomalie riguardano la codifica delle informazioni cliniche, cioè quei documenti e quei dati che dovrebbero raccontare esattamente cosa è stato fatto, come e quando: ma se sono imprecisi o incompleti, non c'è trasparenza e diventa difficile anche analizzare e correggere eventuali errori.
Non tutta la sanità italiana è rappresentata come in difficoltà: alcune strutture, circa 15, hanno raggiunto un livello alto o molto alto in almeno 6 delle 8 aree cliniche valutate. Alcuni risultati sono incoraggianti anche sul fronte degli esiti. Aumentano gli interventi ortopedici entro 48 ore per fratture al femore negli over 65, e si registra una riduzione del ricorso ai parti cesarei rispetto a qualche anno fa.
Il quadro che emerge è quello di una sanità diversa da regione a regione, con alcuni centri di eccellenza, ben strutturati, organizzati e performanti, e molte strutture che invece arrancano, soprattutto in regioni meridionali o aree periferiche. Per il cittadino questo significa che l'esperienza in ospedale può variare drasticamente a seconda di dove ci si trova, dell'ospedale scelto, dell'urgenza o della patologia, si può usufruire di cure all'avanguardia oppure trovarsi di fronte a ritardi, inefficienze o standard sotto la soglia accettabile.
L'audit delle strutture dovrà seguire un percorso di revisione con Agenas e il ministero della Salute, per verificare aderenza agli standard di qualità, correggere le criticità e, si spera, garantire un'assistenza migliore.