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"Jovanotti: la musica è tutto per me"
Lorenzo Cherubini, il cantautore più noto dell'Italia, non è lì per parlare di se stesso. Invece parla della sua vita, delle sue passioni e del suo corpo frenetico. "La musica mi serve, mi fa tenere i piedi per terra", dice senza esitazione. "Mi ha proprio salvato, perché ha dato un ritmo alla mia vita, che non ce l'aveva".
Jovanotti è un uomo in movimento, sia dal palco che seduto. Non ammette distrazioni nel pubblico di tutte le età che lo ascoltano con attenzione. La sua musica è il suo strumento, il suo corpo la sua voce. "Non ho mai pensato di avere a disposizione come strumento la mia voce", dice senza sorpresa. "È stata una necessità perché non avevo altro".
La sua passione per la musica è la sua vita. Si ritrova a parlare di tutto ciò che gli passa per la testa, anche se sfugge spesso al tema della domanda. La sua mente è in movimento costante, come il suo corpo. "Oggi si medicalizza tutto", dice con un sorriso. "Io probabilmente da bambino sarei stato il tipico Adhd".
Jovanotti ha trovato una seconda via di fuga nella bicicletta. "Da grande ho scoperto questa via di fuga", ricorda. "È proprio un modo di faticare". Ma anche qui, la sua mente è sempre in movimento. "Ero passato al bosco!", scherza.
La giovinezza? Non lo sa dire. "Non lo so, è iniziare", ribatte senza esitazione. "Anche quando hai cento anni, quando sei all'inizio di qualcosa sei nella tua giovinezza". La sua età specifica non l'importa. Quello che conta è la vita, il movimento e la musica.
Sui libri, invece, Jovanotti è un lettore tardivo. "Ho cominciato dagli inizi importanti", dice con orgoglio. "Garcia Marquez, Calvino, Siddharta". Ma negli ultimi tempi ha scoperto di amare i Promessi Sposi. "Manzoni amava Lucia - dice -. Invece a Renzo vuole bene ma in modo paternalistico".
La sua passione per la lettura è simile alla sua passione per la musica. Ammira chi ha la tecnica narrativa, il movimento c'entra sempre.
Lorenzo Cherubini, il cantautore più noto dell'Italia, non è lì per parlare di se stesso. Invece parla della sua vita, delle sue passioni e del suo corpo frenetico. "La musica mi serve, mi fa tenere i piedi per terra", dice senza esitazione. "Mi ha proprio salvato, perché ha dato un ritmo alla mia vita, che non ce l'aveva".
Jovanotti è un uomo in movimento, sia dal palco che seduto. Non ammette distrazioni nel pubblico di tutte le età che lo ascoltano con attenzione. La sua musica è il suo strumento, il suo corpo la sua voce. "Non ho mai pensato di avere a disposizione come strumento la mia voce", dice senza sorpresa. "È stata una necessità perché non avevo altro".
La sua passione per la musica è la sua vita. Si ritrova a parlare di tutto ciò che gli passa per la testa, anche se sfugge spesso al tema della domanda. La sua mente è in movimento costante, come il suo corpo. "Oggi si medicalizza tutto", dice con un sorriso. "Io probabilmente da bambino sarei stato il tipico Adhd".
Jovanotti ha trovato una seconda via di fuga nella bicicletta. "Da grande ho scoperto questa via di fuga", ricorda. "È proprio un modo di faticare". Ma anche qui, la sua mente è sempre in movimento. "Ero passato al bosco!", scherza.
La giovinezza? Non lo sa dire. "Non lo so, è iniziare", ribatte senza esitazione. "Anche quando hai cento anni, quando sei all'inizio di qualcosa sei nella tua giovinezza". La sua età specifica non l'importa. Quello che conta è la vita, il movimento e la musica.
Sui libri, invece, Jovanotti è un lettore tardivo. "Ho cominciato dagli inizi importanti", dice con orgoglio. "Garcia Marquez, Calvino, Siddharta". Ma negli ultimi tempi ha scoperto di amare i Promessi Sposi. "Manzoni amava Lucia - dice -. Invece a Renzo vuole bene ma in modo paternalistico".
La sua passione per la lettura è simile alla sua passione per la musica. Ammira chi ha la tecnica narrativa, il movimento c'entra sempre.