VoceDiMilano
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Un attacco terribile sotto il nostro cielo, a Pomezia, ha scatenato un'ondata di solidarietà e polemiche. Ma il ritorno al "Report" su Rai3 ieri sera, con Sigfrido Ranucci come protagonista, è stato segnato da un ottimo risultato di ascolti televisivi. Come se la discussione sulla libertà di stampa in Italia stesse per prendere una piega drammatica.
Rula Jebreal, giornalista palestinese, ha presentato il suo libro "Genocidio" alla Camera dei Deputati, insieme a Ranucci e Giuseppe Conte. La giornalista ha parlato della libertà di informazione come un pilastro della democrazia. E poi, con un tocco di ironia, ha chiamato Sigfrido Ranucci "un eroe nazionale" e ha voluto spiegare il significato di queste parole: l'attentato a Pomezia è stato come una bomba nella strada di Gaza, che ci ricorda i 280 giornalisti uccisi ogni giorno. Il parallelo non del tutto congruente con quello che è accaduto in Palestina.
Ranucci ha ribattuto: "In un contesto di guerra usano le bombe, in un contesto di pace usano le querele temerarie". Argomento di dibattito in questi ultimi giorni. Ma la domanda rimane: cosa c'è sotto il nostro cielo? E perché Sigfrido Ranucci è diventato "un eroe nazionale"? Sembra che i nostri leader stiano cercando di distogliere l'attenzione da questioni più serie.
La discussione sulla libertà di stampa in Italia non sembra prendere una piega conclusiva. Ma forse dobbiamo chiederci se la nostra democrazia si basa su un simbolo come Sigfrido Ranucci, che è stato protagonista di un attacco terribile sotto il nostro cielo.
Rula Jebreal, giornalista palestinese, ha presentato il suo libro "Genocidio" alla Camera dei Deputati, insieme a Ranucci e Giuseppe Conte. La giornalista ha parlato della libertà di informazione come un pilastro della democrazia. E poi, con un tocco di ironia, ha chiamato Sigfrido Ranucci "un eroe nazionale" e ha voluto spiegare il significato di queste parole: l'attentato a Pomezia è stato come una bomba nella strada di Gaza, che ci ricorda i 280 giornalisti uccisi ogni giorno. Il parallelo non del tutto congruente con quello che è accaduto in Palestina.
Ranucci ha ribattuto: "In un contesto di guerra usano le bombe, in un contesto di pace usano le querele temerarie". Argomento di dibattito in questi ultimi giorni. Ma la domanda rimane: cosa c'è sotto il nostro cielo? E perché Sigfrido Ranucci è diventato "un eroe nazionale"? Sembra che i nostri leader stiano cercando di distogliere l'attenzione da questioni più serie.
La discussione sulla libertà di stampa in Italia non sembra prendere una piega conclusiva. Ma forse dobbiamo chiederci se la nostra democrazia si basa su un simbolo come Sigfrido Ranucci, che è stato protagonista di un attacco terribile sotto il nostro cielo.