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Il procuratore Salvatore De Luca ha lanciato un messaggio chiarissimo a tutti coloro che insiste sulla pista nera delle stragi del '92: vale zero tagliato. La sua frase lapidaria è stata pronunciata in commissione Antimafia, lasciando perplesso il giornalismo d'inchiesta.
La ricostruzione dei fatti effettuata dai quotidiani Report, Fatto quotidiano, Repubblica, Domani e sull'antimafia militante che li ha guidati sembra essere stata demolita. Il procuratore è particolarmente scettico riguardo alle testimonianze del luogotenente Walter Giustini, del collaboratore di giustizia Alberto Lo Cicero e della sua compagna Maria Romeo sull'attentato del 23 maggio 1992.
La pista che collega Stefano Delle Chiaie, il terrorista nero a capo di Avanguardia nazionale, con Mariano Tullio Troia, boss mafioso palermitano, sembra essere stata sottoposta a un esame critico. Le notizie dell'incontro fra l'estremista e il boss nel 1992 non sono più considerate credibili.
Nonostante ciò, Report è riuscito a mantenere la sua immagine di giornalismo d'inchiesta intransigente. "Eppure se l'è bevute come oro colato", dice De Luca, "nonostante ci sia un'archiviazione tranciante del GIP, un GIP fra parentesi che non è certamente appiattito sulle nostre posizioni".
Il procuratore sostiene che il giornalismo d'inchiesta deve essere costante nel suo lavoro e non arrendersi di fronte alle critiche. "Diverse volte ci ha dato torto", ammette De Luca, "certe volte abbiamo appellato, certe volte ha avuto ragione lui e certe volte però abbiamo avuto ragione noi".
Ma il procuratore si sposta in un terreno più serio: "Lo stragismo di destra storicamente in Italia non è una realtà". Afferma che, al momento, non ci sono prove né elementi concreti che collegano le stragi del '92 alla destra.
La ricostruzione dei fatti effettuata dai quotidiani Report, Fatto quotidiano, Repubblica, Domani e sull'antimafia militante che li ha guidati sembra essere stata demolita. Il procuratore è particolarmente scettico riguardo alle testimonianze del luogotenente Walter Giustini, del collaboratore di giustizia Alberto Lo Cicero e della sua compagna Maria Romeo sull'attentato del 23 maggio 1992.
La pista che collega Stefano Delle Chiaie, il terrorista nero a capo di Avanguardia nazionale, con Mariano Tullio Troia, boss mafioso palermitano, sembra essere stata sottoposta a un esame critico. Le notizie dell'incontro fra l'estremista e il boss nel 1992 non sono più considerate credibili.
Nonostante ciò, Report è riuscito a mantenere la sua immagine di giornalismo d'inchiesta intransigente. "Eppure se l'è bevute come oro colato", dice De Luca, "nonostante ci sia un'archiviazione tranciante del GIP, un GIP fra parentesi che non è certamente appiattito sulle nostre posizioni".
Il procuratore sostiene che il giornalismo d'inchiesta deve essere costante nel suo lavoro e non arrendersi di fronte alle critiche. "Diverse volte ci ha dato torto", ammette De Luca, "certe volte abbiamo appellato, certe volte ha avuto ragione lui e certe volte però abbiamo avuto ragione noi".
Ma il procuratore si sposta in un terreno più serio: "Lo stragismo di destra storicamente in Italia non è una realtà". Afferma che, al momento, non ci sono prove né elementi concreti che collegano le stragi del '92 alla destra.