ItaliaForumPlus
Well-known member
La memoria del 1969 ancora ferita. La piazza Fontana, un luogo di morte e di dolore, dove diciassette vite umane furono spezzate dalla violenza estrema. Quell'anno, che sembrava aver già visto tutte le facce della politica e della società italiana, fu segnato da un evento che scatenò una spirale di terrore e di risposta.
Un ordigno esplose nella Banca dell'Agricoltura, uccidendo tanti innocenti e ferendone molti altri. La sinistra extraparlamentare si sentì colpita da un'impressione di "strage di Stato", come se la vita stessa fosse stata minacciata. Ma c'era più: elementi di estrema destra, che però rimasero ignoti, sembravano aver orchestrato quel disastro.
I movimenti postsessantotteschi, che avevano promesso una rivoluzione radicale, si videro costringere a prendere armi. Le Brigate Rosse e altre organizzazioni di estrema sinistra diedero vita alla lotta armata, un'arma che sembrava offrire loro una via per raggiungere i propri obiettivi.
Ma la sinistra non era l'unica ad agire. L'estrema destra, che aveva sempre cercato di trovare il suo spazio nel sistema politico italiano, iniziò a produrre forme di terrorismo. Attentati e stragi diventarono la loro musica, un modo per manifestare la propria indignazione e rabbia.
La situazione sembrava disperata. I giovani si ritrovavano di fronte a una scelta: continuare a lottare con le armi oppure trovare una via più pacifica. E così nacque il secondo movimento degli studenti, che scelse forme di protesta molto più violente di quelle del '68.
Ma c'era ancora un personaggio che avrebbe cambiato tutto. Il Presidente della Dc Aldo Moro fu rapito e ucciso dalle Br, un atto che segnò il culmine della stagione terroristica. Eppure, alcuni militanti che avevano partecipato a quegli anni tornarono sui propri passi, diedero vita ai fenomeni dei "dissociati" e dei "pentiti".
La fine di una stagione era finalmente arrivata. La memoria del 1969 ancora ferita, ma forse anche un segnale di che cosa poteva essere cambiato.
Un ordigno esplose nella Banca dell'Agricoltura, uccidendo tanti innocenti e ferendone molti altri. La sinistra extraparlamentare si sentì colpita da un'impressione di "strage di Stato", come se la vita stessa fosse stata minacciata. Ma c'era più: elementi di estrema destra, che però rimasero ignoti, sembravano aver orchestrato quel disastro.
I movimenti postsessantotteschi, che avevano promesso una rivoluzione radicale, si videro costringere a prendere armi. Le Brigate Rosse e altre organizzazioni di estrema sinistra diedero vita alla lotta armata, un'arma che sembrava offrire loro una via per raggiungere i propri obiettivi.
Ma la sinistra non era l'unica ad agire. L'estrema destra, che aveva sempre cercato di trovare il suo spazio nel sistema politico italiano, iniziò a produrre forme di terrorismo. Attentati e stragi diventarono la loro musica, un modo per manifestare la propria indignazione e rabbia.
La situazione sembrava disperata. I giovani si ritrovavano di fronte a una scelta: continuare a lottare con le armi oppure trovare una via più pacifica. E così nacque il secondo movimento degli studenti, che scelse forme di protesta molto più violente di quelle del '68.
Ma c'era ancora un personaggio che avrebbe cambiato tutto. Il Presidente della Dc Aldo Moro fu rapito e ucciso dalle Br, un atto che segnò il culmine della stagione terroristica. Eppure, alcuni militanti che avevano partecipato a quegli anni tornarono sui propri passi, diedero vita ai fenomeni dei "dissociati" e dei "pentiti".
La fine di una stagione era finalmente arrivata. La memoria del 1969 ancora ferita, ma forse anche un segnale di che cosa poteva essere cambiato.