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Un nuovo sciopero all'uscita. Ikea Italia si è messa di traverso con i lavoratori e i sindacati, per una causa molto semplice: il premio «presa in giro». Perché? O meglio, come.
I consumi languono, gli italiani tendono a rimandare l'acquisto di beni durevoli, complice il carovita trascinato da tre anni di maxi-inflazione. E dunque s'inasprisce anche il rapporto con i lavoratori. Ikea Italia procedette alla disdetta del contratto integrativo, mentre ora la trattativa per il suo rinnovo si è arenata.
L'azienda ha spiegato che il premio di partecipazione non può essere erogato se il sistema premiante non è stato raggiunto. Ma perché il sistema premiante non è stato raggiunto? La risposta è semplice: la distanza dei punti vendita dai centri urbani, il ridotto afflusso di clienti e la concorrenza più agguerrita.
Ma si tratta di giustificazioni deboli e non credibili. Secondo i sindacati del commercio, è una questione di strategie di marketing o rifornimenti che hanno portato a questo risultato. E poi ci sono le figure apicali dei dipendenti, che ricevono premi economici che giudicano inaccettabili.
Allora, Ikea Italia si replica e conferma la sua disponibilità a sottoscrivere il Contratto integrativo aziendale, anche se significa un trattamento doppio per i lavoratori. Una posizione che suona come un ricatto inaccettabile, considerando che nel passato il sistema è stato modificato anche al di fuori del rinnovo contrattuale.
Il nodo della discordia rimane l'«inutile presa in giro del premio di partecipazione». E adesso lo sciopero per il 5 dicembre. Una scadenza che potrebbe essere un momento importante, ma forse anche un rincorrere le ombre.
I consumi languono, gli italiani tendono a rimandare l'acquisto di beni durevoli, complice il carovita trascinato da tre anni di maxi-inflazione. E dunque s'inasprisce anche il rapporto con i lavoratori. Ikea Italia procedette alla disdetta del contratto integrativo, mentre ora la trattativa per il suo rinnovo si è arenata.
L'azienda ha spiegato che il premio di partecipazione non può essere erogato se il sistema premiante non è stato raggiunto. Ma perché il sistema premiante non è stato raggiunto? La risposta è semplice: la distanza dei punti vendita dai centri urbani, il ridotto afflusso di clienti e la concorrenza più agguerrita.
Ma si tratta di giustificazioni deboli e non credibili. Secondo i sindacati del commercio, è una questione di strategie di marketing o rifornimenti che hanno portato a questo risultato. E poi ci sono le figure apicali dei dipendenti, che ricevono premi economici che giudicano inaccettabili.
Allora, Ikea Italia si replica e conferma la sua disponibilità a sottoscrivere il Contratto integrativo aziendale, anche se significa un trattamento doppio per i lavoratori. Una posizione che suona come un ricatto inaccettabile, considerando che nel passato il sistema è stato modificato anche al di fuori del rinnovo contrattuale.
Il nodo della discordia rimane l'«inutile presa in giro del premio di partecipazione». E adesso lo sciopero per il 5 dicembre. Una scadenza che potrebbe essere un momento importante, ma forse anche un rincorrere le ombre.