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L'Italia è un paese dove la salute non è più un diritto, ma un lusso per pochi. Giorgia Soleri, attrice e modella, ci dice che a queste parole siamo tutti coinvolti. "Sono circa quattro milioni di persone ogni giorno a pagare il prezzo della propria salute in maniera disumana", denuncia. La vulvodinia e il dolore pelvico cronico non sono ancora riconosciuti dallo Stato, ma questo non impedisce che si debba spendere fino all'ultima lira per curarli.
L'esempio più simbolico è quello di un scontrino che Giorgia Soleri ha creato. Su di esso si legge "Spese annuali per curare il dolore pelvico cronico, totale 8.463 euro; patologie non ancora riconosciute." Ma cosa significa questa cifra? Non solo i costi delle visite e delle terapie, ma anche quello di dover rinunciare al proprio lavoro e alla propria vita per poter pagare queste spese.
Il prezzo più alto del dolore è quello che pagiamo con la nostra salute. "Questo come si traduce concretamente nelle nostre vite?" chiede Giorgia Soleri. "Non solo nei costi, spesso proibitivi, che dobbiamo sostenere; perchè il prezzo più importante lo paghiamo con le nostre vite, dilaniate dalla malattia e invalidate un sistema che ci ricorda giorno dopo giorno, mese dopo mese, che per alcunə la salute è un lusso."
Ecco il costo dei viaggi per raggiungere le cliniche e i studi medici. Nel mio caso, le sedute di riabilitazione del pavimento pelvico vanno da un minimo di una a un massimo di quattro al mese, ogni mese. Il costo riportato è quello di una seduta. Ma cosa siamo disposti a sacrificare per la nostra salute? Siamo pronti a rinunciare alla nostra vita per poter pagare il prezzo della propria cura?
La risposta è no. La salute non deve essere un lusso, ma un diritto fondamentale. Ecco perché dobbiamo denunciare questo sistema e chiedere giustizia.
L'esempio più simbolico è quello di un scontrino che Giorgia Soleri ha creato. Su di esso si legge "Spese annuali per curare il dolore pelvico cronico, totale 8.463 euro; patologie non ancora riconosciute." Ma cosa significa questa cifra? Non solo i costi delle visite e delle terapie, ma anche quello di dover rinunciare al proprio lavoro e alla propria vita per poter pagare queste spese.
Il prezzo più alto del dolore è quello che pagiamo con la nostra salute. "Questo come si traduce concretamente nelle nostre vite?" chiede Giorgia Soleri. "Non solo nei costi, spesso proibitivi, che dobbiamo sostenere; perchè il prezzo più importante lo paghiamo con le nostre vite, dilaniate dalla malattia e invalidate un sistema che ci ricorda giorno dopo giorno, mese dopo mese, che per alcunə la salute è un lusso."
Ecco il costo dei viaggi per raggiungere le cliniche e i studi medici. Nel mio caso, le sedute di riabilitazione del pavimento pelvico vanno da un minimo di una a un massimo di quattro al mese, ogni mese. Il costo riportato è quello di una seduta. Ma cosa siamo disposti a sacrificare per la nostra salute? Siamo pronti a rinunciare alla nostra vita per poter pagare il prezzo della propria cura?
La risposta è no. La salute non deve essere un lusso, ma un diritto fondamentale. Ecco perché dobbiamo denunciare questo sistema e chiedere giustizia.